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Milano : A. Mondadori, 2006
Abstract: Tra i grandi personaggi dell'antica Roma, nessuno è stato più geniale, astuto e controverso di Marco Tullio Cicerone. Eppure ben pochi avrebbero scommesso sul suo futuro quando, all'età di ventisette anni, scelse di lanciarsi nell'infido e violento mondo della politica, deciso a raggiungere con ogni mezzo l'imperium, il sommo potere statale. Cicerone era un avvocato promettente, oltre che un affascinante oratore. Non discendeva da una delle grandi famiglie aristocratiche, non poteva presentare il conto dei favori politici elargiti dai suoi antenati, non disponeva delle enormi ricchezze di Crasso per aprirsi corsie preferenziali e, a differenza di Pompeo o di Cesare, non aveva alle spalle l'esercito per legittimare la sua candidatura a primo cittadino di Roma. Era quello che si potrebbe definire un perfetto outsider. Vulnerabile, intelligentissimo, assetato di onori, spesso subdolo, era tuttavia un uomo ricco di interessi ed estremamente sensibile. A raccontare la sua straordinaria vicenda è il fedele Tirone, il segretario particolare sempre al suo fianco nei momenti più radiosi e in quelli più difficili, testimone dei suoi incontri privati e latore dei suoi messaggi segreti. Robert Harris ci consegna un ritratto di Cicerone ben diverso dal personaggio solenne che noi conosciamo. Imperium è un romanzo, il primo di una trilogia che, sulle orme del recente Pompei, ci svela i retroscena di una realtà fatta di intrighi e di corruzione, singolarmente affine alla nostra.
Moderators: Valentina Tosi
2 marzo 2024 alle 08:51
Robert Harris ha scritto una biografia romanzata di Marco Tullio Cicerone in ben tre volumi, di cui il primo è Imperium (gli altri sono Conspirata e Dictator), avendo l’accortezza di farla apparire come il memoriale del suo segretario Tirone, sopravvissuto alla purga di Antonio non figurando nella lista dei proscritti, e deceduto a quanto pare in età molto avanzata, intorno ai cento anni; dapprima schiavo e poi liberto, ricordato anche per aver inventato la stenografia, Tirone racconta in prima persona contribuendo a una parvenza di verità, anche perché si basa su quanto ci è dato di conoscere dalle fonti, e inizia non tanto dalla nascita di Cicerone, ma del sorgere della sua vocazione per l’ars oratoria, di cui diventò senz’altro il migliore. La prima parte di Imperium (all’incirca 170 pagine) è dedicata alla famosa causa contro il governatore della Sicilia Gaio Licinio Verre che tiranneggiò l’isola nel triennio 73-71 a C., arricchendosi cospicuamente con i reati di corruzione, concussione e abuso di autorità. Nel libro è possibile apprezzare l’intuito giuridico e politico di Cicerone che, sovvertendo ogni pronostico e nonostante tutte le difficoltà e gli strumenti non solo legali che gli vennero opposti, colse una vittoria piena, costringendo l’imputato alla fuga e all’esilio. Grazie al successo contro il difensore di Verre, l’abile Quinto Ortensio Ortalo, all’epoca considerato il miglior legale esistente nell’impero romano, divenne lui il nuovo principe del Foro. Stranamente la realtà fatta di intrighi e di corruzione, di continua lotta per accrescere il potere e per difenderlo ha più di una rassomiglianza con il mondo attuale, segno che nei secoli vi è ben poca traccia dell’evoluzione umana. Nella seconda parte si parla del crescente successo politico di Cicerone che, fra Crasso e Pompeo, decise infine di parteggiare per quest’ultimo, trovando la soluzione legale affinché si potesse realizzare il proposito di accentrare nelle sue mani e nella sua unica persona il comando di tutte le operazioni per debellare i pirati che avevano attaccato il porto di Ostia, distruggendo diverse navi all’ancora della flotta militare. La presenza di questi banditi del mare era indubbiamente tale da creare pericoli, ma questi furono ingigantiti dal desiderio di Pompeo di diventare l’uomo dai pieni poteri. Dato che in politica vige il do ut des la carriera politica di Cicerone continuò, da edile a pretore, per quanto in quest’ultima veste, a causa del metodo di estrazione a sorte degli incarichi, venne chiamato a presiedere giudizi per il reato di concussione, la sezione tribunalizia meno prestigiosa.
Come romanzo storico è di piacevole lettura, grazie a un ritmo moderato pur in in presenza di eventi di inevitabile tensione; piuttosto devo dire dire che, data la lunghezza del periodo di riferimento (dal 78 al 63 a. C.) e la notevole varietà degli eventi, a volte si presenta un’alternanza di scrittura narrativa con un’altra che potremmo definire di sunto storico, ma si tratta di difetti di modesta entità perché l’autore riesce a dare a una visione ordinata del periodo di decadenza della repubblica e che sfocerà poi più avanti nella fine della stessa.
Imperium merita sicuramente di essere letto.
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