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Rizzoli, 2022
Abstract: Loris Giuriatti torna a raccontare la montagna e la Grande Guerra attraverso un’eccezionale storia di coraggio, tenacia, amicizia e passione. Dopo il primo incontro con il Monte Grappa, quando era un ragazzino, Angelo è rimasto folgorato dalla meraviglia del paesaggio e dai molti segreti custoditi tra le cime. Ora che è cresciuto, il rifugio di quella prima estate è diventato casa sua e della moglie Carlotta. È autunno inoltrato e la stagione dei turisti è ormai alle spalle quando si presenta da loro un visitatore vestito in felpa, bermuda e sandali: l’abbigliamento meno adatto per salire fin lì. Si chiama Joshua, studia Storia ed è arrivato dall’Austria per cercare di risolvere il mistero di tre oggetti conservati dentro una cassetta di sicurezza: un documento con il sigillo asburgico, la foto della Madonnina del Grappa e un acquerello con una strana frase appuntata. Per Angelo è impossibile non lasciarsi coinvolgere. La scoperta che altri dipinti simili sono sparsi per le baite della montagna dà inizio a una ricerca porta a porta, rifugio per rifugio. Tra osti leggendari, malgari, “recuperanti” e personaggi poco raccomandabili che hanno perso il rispetto per se stessi e per la comunità di cui fanno parte, lui e Joshua finiranno per riesumare una vicenda di più di cento anni prima, avvenuta tra Vienna e il Grappa. Una storia legata a doppio filo con un amore contrastato e un mistero che risale alla Prima guerra mondiale.
Moderators: Valentina Tosi
30 gennaio 2025 alle 06:10
Di Loris Giuriatti avevo già letto La tormenta di San Giovanni, di cui non ho scritto nulla, perché non mi piace stilare stroncature, dato che l' avevo trovato un lavoro tutt'altro che ben riuscito. In particolare avevo rilevato la descrizione superficiale dei protagonisti e lo stile per niente evoluto, tanto da assomigliare allo svolgimento di un tema di un alunno delle scuole elementari. Tuttavia, mi ero ripromesso di leggere qualcosa d'altro, perché un'opera infelice è sempre da mettere in conto nella produzione di uno scrittore ed ecco che allora ho deciso di dare un'ulteriore opportunità, scegliendo questo Lo chiamavano Alpe Madre. Dico subito che ho rilevato un miglioramento, tale da renderlo un romanzo sicuramente più leggibile, trovando però conferma i difetti che avevo in precedenza riscontrato.
Nel romanzo ci sono le storie, relative a epoche diverse, di un amore delicato sbocciato fra il cameriere di Francesco Giuseppe e un'italiana dama di corte della moglie dell'erede al trono agli inizi della Grande Guerra e la ricerca di una verità, relativa a questi due innamorati, da parte un gruppo di amici insediati sul Monte Grappa. La vicenda in sé si presenterebbe interessante, ma come spesso accade non bastano le idee buone, occorre essere capaci di svilupparle e qui purtroppo emergono le non eccelse capacità dell'autore. In una struttura sostanzialmente debole, con uno stile ancora una volta scolastico, i protagonisti che hanno il difetto di essere o solo buoni o solo cattivi si muovono con un certo impaccio dando luogo anche a situazioni paradossali come quella che vede, di punto in bianco, l'incontro nella terra di un nessuno di un capitano austriaco e di uno italiano, usciti dalle loro trincee per fare due chiacchiere, idea non pessima, purché fosse stata preceduta da un'adeguata preparazione, così che la conversazione dei due due fosse stata la logica conclusione di eventi precedenti. Non parliamo poi dell'ingegnoso sistema dei quadretti per comunicare nel corso della guerra fra l'ex cameriere, ora capitano, e la dama di corte, un'invenzione che mi è parsa del tutto puerile. La storia poi piano piano diventa un vero e proprio giallo, la cui soluzione tuttavia è fin troppo semplicistica. E' un peccato perché l'idea era buona, è stato lo svolgimento incapace di realizzarla. Di positivo ci sono le belle descrizione dei panorami e la difesa di un certo modo di vivere, quello dei montanari, più a portata d'uomo di quello delle pianure, pagine esposte con naturalezza e che si contrappongono a idee pacifiste del tutto retoriche e mai approfondite.
Si legge e già non è poco, ma i limiti son ben presenti e hanno il loro non trascurabile peso.
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