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Aisara, 2012
Abstract: Alice, che vive e lavora all'estero già da qualche anno, telefona alla madre in Romania: vuole essere sicura che voti bene, ovvero che non voti gli ex-comunisti. Ma a sorpresa Emilia, che ha vissuto gran parte della vita sotto il regime di Ceausescu, non è molto convinta che il presente sia davvero meglio del passato, e scopre di essere molto più comunista di quanto credeva. Come è possibile rimpiangere quegli anni di totalitarismo?
Moderators: Valentina Tosi
9 maggio 2014 alle 13:00
Il libro racconta la vicenda umana di una donna cresciuta nella Romania di Ceausescu, costretta poi ad adattarsi nella difficile situazione economica post-comunista.
È una biografia, costruita per flashback, con ricordi e considerazioni a volte comici a volte amari.
Le riflessioni di Emilia, l'io narrante, prendono spunto da un confronto con la figlia Alice, emigrata in Canada, che da là vuole convincere la madre a non votare per gli ex comunisti alle imminenti votazioni politiche. Le riflessioni, a volte ironiche, a volte amare e dolorose, percorrono le esperienze della protagonista che si rifiuta di dichiarare il fallimento del comunismo quando lei, a quel mondo, si era faticosamente adeguata.
Il risultato è una serie di quadretti di vita popolare, dall'infanzia nel piccolo villaggio alla vita di fabbrica in città, i rapporti con la famiglia d'origine e la faticosa conquista della propria autonomia.
Tutti questi aneddoti ed episodi ci raccontano, insieme alla vita di Emilia, l'esperienza comune della gente comune sotto il regime.
Il linguaggio di Lungo riflette la cultura della protagonista, semplice, piano, discorsivo; quasi un parlarsi fra sé e sé, ed è reso vivace dalla spontaneità dei dialoghi e dalla semplicità delle considerazioni umane, politiche e sociali che danno sostanza al testo.
È un libro che consiglio di leggere soprattutto perché ci fa conoscere meglio storia e cultura di tanti immigrati rumeni che arrivano nella nostra comunità. Sapere aiuta a capire, che è la condizione per costruire relazioni umane di amicizia e solidarietà.
"… Ci avviamo verso il mio alloggio, nella zona industriale. Sanda è ancora immusonita, non ha digerito il mio scherzo. Dice che ormai mi credo una di città. Il mio alloggio non è lontano dalla fabbrica dove lavoro. Mi hanno assunta un anno fa. Per la prima volta nella vita ho i miei soldi e ne sono molto orgogliosa. Mi sono comprata perfino dei vestiti. Quelli vecchi cominciavano a sembrarmi un po' troppo vecchi. Si sta costruendo moltissimo, ci sono cantieri dappertutto, quindi la strada da fare è tutt'altro che piacevole. Ci sono fosse da scavalcare, tubi da saltare, cavi da scansare. Stanno costruendo palazzi di quattro piani per gli operai che lavorano in zona. Quando piove è un disastro. l'unico modo per evitare di sporcarmi di fango è fare il giro dalla tangenziale. Divido la stanza con tre ragazze. Domani Adriana parte per andare a trovare i genitori, perciò Sanda può dormire nel suo letto. Dovremo stringerci solo stanotte. Non è proprio come da zia Lucretia, ma non è male.
"Per due giorni la città è tutta nostra" le dico. "Pensa a cosa ti va di fare."
"Voglio che mi porti a vedere il treno."
"Vedrai che da qui si sente. Ma ti ci porterò comunque per fartelo toccare" ...
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