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Imperium - Robert Harris
Robert Harris ha scritto una biografia romanzata di Marco Tullio Cicerone in ben tre volumi, di cui il primo è Imperium (gli altri sono Conspirata e Dictator), avendo l’accortezza di farla apparire come il memoriale del suo segretario Tirone, sopravvissuto alla purga di Antonio non figurando nella lista dei proscritti, e deceduto a quanto pare in età molto avanzata, intorno ai cento anni; dapprima schiavo e poi liberto, ricordato anche per aver inventato la stenografia, Tirone racconta in prima persona contribuendo a una parvenza di verità, anche perché si basa su quanto ci è dato di conoscere dalle fonti, e inizia non tanto dalla nascita di Cicerone, ma del sorgere della sua vocazione per l’ars oratoria, di cui diventò senz’altro il migliore. La prima parte di Imperium (all’incirca 170 pagine) è dedicata alla famosa causa contro il governatore della Sicilia Gaio Licinio Verre che tiranneggiò l’isola nel triennio 73-71 a C., arricchendosi cospicuamente con i reati di corruzione, concussione e abuso di autorità. Nel libro è possibile apprezzare l’intuito giuridico e politico di Cicerone che, sovvertendo ogni pronostico e nonostante tutte le difficoltà e gli strumenti non solo legali che gli vennero opposti, colse una vittoria piena, costringendo l’imputato alla fuga e all’esilio. Grazie al successo contro il difensore di Verre, l’abile Quinto Ortensio Ortalo, all’epoca considerato il miglior legale esistente nell’impero romano, divenne lui il nuovo principe del Foro. Stranamente la realtà fatta di intrighi e di corruzione, di continua lotta per accrescere il potere e per difenderlo ha più di una rassomiglianza con il mondo attuale, segno che nei secoli vi è ben poca traccia dell’evoluzione umana. Nella seconda parte si parla del crescente successo politico di Cicerone che, fra Crasso e Pompeo, decise infine di parteggiare per quest’ultimo, trovando la soluzione legale affinché si potesse realizzare il proposito di accentrare nelle sue mani e nella sua unica persona il comando di tutte le operazioni per debellare i pirati che avevano attaccato il porto di Ostia, distruggendo diverse navi all’ancora della flotta militare. La presenza di questi banditi del mare era indubbiamente tale da creare pericoli, ma questi furono ingigantiti dal desiderio di Pompeo di diventare l’uomo dai pieni poteri. Dato che in politica vige il do ut des la carriera politica di Cicerone continuò, da edile a pretore, per quanto in quest’ultima veste, a causa del metodo di estrazione a sorte degli incarichi, venne chiamato a presiedere giudizi per il reato di concussione, la sezione tribunalizia meno prestigiosa.
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Macaroni - Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli
Che in poco tempo in un paesino dell´Appennino ci siano quattro morti sospette è già di per sé una serie di eventi insolita, ma che poi si tratti di omicidi ha addirittura dell´incredibile. Il maresciallo dei carabinieri Santovito, esiliato lì per uno sgarro che probabilmente aveva a che fare con il fascismo all´epoca al potere, brancola nel buio e l´unica ipotesi che gli sembra plausibile è che si tratti delitti collegati a opera di una sola persona. Peraltro trova non poche difficoltà nel corso delle indagini a causa di una certa omertà che vede gli abitanti del paese tacitamente uniti. C´è chi qualcosa sa, c´è chi certamente sa molto, come il parroco di un vicino paese, ma sta di fatto che nessuno vuole parlare. E´ questo silenzio, è questa diffidenza che soprattutto fanno andare in bestia il tutore della legge che si mette a fare la voce grossa, ma che soprattutto cerca di entrare nella psicologia degli abitanti, fra i quali ci sono una contessa che fa una vita ritirata, c´è una sua bella cameriera che fa girar la testa agli uomini e particolarmente all´appuntato dei carabinieri, c´è Bleblè il compagno del maresciallo al tavolo delle carte in osteria, insomma un campionario di varia umanità in cui troveremo due delle vittime, mentre le altre due, un parroco e il precedente maresciallo dei carabinieri, sono già cadaveri a inizio romanzo.
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Delitto impunito - Georges Simenon
Elie è uno studente lituano, molto povero, che studia matematica a Bruxelles e che vive in una pensione dove da tempo è instaurato un ordine chiuso e proprio per questo a maggior ragione gradito a lui che, brutto e goffo, non riesce ad accettare la sua condizione L´arrivo di un nuovo pensionato, Michel, rumeno ed ebreo come Elie, ma di eccellenti condizioni economiche, finisce con il turbare la realtà immobile, a spezzare l´apparente equilibrio di un individuo la cui povertà non è causa del suo malessere. E allora occorre ripristinare l´ordine precedente, ed Elie macchina, macchina finché arriva a una soluzione. Mi fermo qui, perché trattandosi di un noir andare avanti significherebbe privare il lettore del piacere della scoperta e di scoperte non ne mancano, con due clamorosi colpi di scena. Simenon allestisce un romanzo in cui l´analisi psicologica dei personaggi è preponderante, tanto che che è solo grazie a essa che si possono comprendere le origini di certi comportamenti; in questo campo l´autore belga è indubbiamente assai bravo e così anche in Delitto impunito ci fornisce una visione approfondita di un personaggio complesso quale Elie che detesta quegli individui che hanno ciò che lui desidera possedere, ma che non ha, arrivando al punto di odiarli. Per il resto è un libro con una trama molto ben congegnata che si legge con grande piacere e che se non può definirsi un capolavoro, è pur tuttavia un´opera eccellente scritta nel periodo in cui il suo autore viveva negli Stati Uniti e infatti la seconda parte si svolge in quella nazione. RENZO MONTAGNOLI - 8 mesi fa |
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Imperatrix - Edgarda Ferri
Dopo aver letto questo libro occorre riconoscere a Edgarda Ferri un´ulteriore capacità e cioè quella di scrivere un´opera in presenza di notizie biografiche limitate. Sì, perché Flavia Giulia Elena, madre di Costantino, è un personaggio di cui non si sa molto, nel senso che le fonti sono poche e tutte legate alla figura del ben più noto figlio. Le origini, invece, sembrerebbero acclarate ed erano senz´altro umili, in quanto di professione stabularia, cioè locandiera dell´epoca, ma considerata, grazie anche ai buoni uffici della Chiesa cattolica, una buona donna, un´eccezione, vista la cattiva fama di chi svolgeva quel lavoro. Fu inoltre artefice del ritrovamento della Croce del Cristo durante un pellegrinaggio in Terra Santa e anche per questo venne santificata, fermo restando che il maggior pregio era l´aver messo al mondo colui che non solo agli inizi legittimò il diritto dei cristiani di professare liberamente la propria religione, ma che poi la consacrò religione ufficiale dello stato. Nell´impossibilità di scrivere un´accurata biografia, Edgarda Ferri ricorre, per introdurre l´argomento, a un artificio, alla scena di un pittore, Piero della Francesca intento a dipingere un affresco nella cappella del coro di San Francesco ad Arezzo mentre discute con un frate dell´oggetto dell´opera, il famoso polittico della leggenda della vera Croce, dove compaiono, fra altri, sia Costantino che Elena. Un po´ poco, si potrà dire, e non si sbaglierebbe, e allora Edgarda Ferri, nel mentre con le scarne notizie su Elena imbastisce un racconto, ricorre alle risultanze storiche per descrivere l´epoca, i protagonisti delle lotte intervenute dopo le dimissioni dell´imperatore Diocleziano nel contesto della tetrarchia in cui era stato diviso l´immenso impero romano, fra le quali non poteva mancare quella fra Costantino e Massenzio, da tutti ben conosciuta nella conclusione con la battaglia di Ponte Milvio e il famoso prodigio della Croce in cielo "in hoc signo vinces".
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Malastagione - Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli
Un bracconiere sta in attesa della preda, un cinghiale commissionatogli dalla trattoria locale, ma quando questa arriva ed è a portata di un colpo sicuro, non riesce a premere il grilletto perché la bestiaccia ha in bocca qualcosa che si rivela essere un piede umano. Inizia così Malastagione, un romanzo giallo scritto da una coppia affiatata, e cioè il cantautore Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. E´ ambientato sull´Appennino emiliano, a Casedisopra, tutto attaccato, mentre esiste un Case di Sopra presso Castelnovo de´ Monti e nulla vieta che si tratti della stessa località. L´ambiente naturale e le stesse genti che lo abitano fanno da palcoscenico e attori di questa rappresentazione, in cui la fantasia non manca, ma senza eccessi, nel senso che la trama, ben congegnata, scorre sotto gli occhi lettore come un fiume tranquillo. Peraltro i due narratori sono capaci di avvincere senza angosciare il lettore, privilegiando a scene di violenza o truculente una cronaca nera che sembra smorzare le tensioni in un paesaggio montano rassicurante e perfino idilliaco. Il personaggio principale è il detective di turno, vale a dire l´ispettore della forestale Marco Gherardini, detto Poiana, capace di indagare con rigorosa logica; intorno a lui si affannano tanti altri attori, ognuno con caratteristiche ben definite, anche se la descrizione psicologica resta in superficie. Così si va dalla ragazza di città ribelle, Francesca Bordini, che instaura anche una storia amorosa con l´ispettore, al vecchio bracconiere Adumass, e non sto a elencarli tutti, per ovvi motivi di spazio. Come ogni giallo che si rispetti ci sono dei morti ammazzati e ovviamente chi ha commesso questi omicidi e che alla fine sarà assicurato alla giustizia. I due narratori sono bravi a confondere le acque, a far balenare una motivazione dei delitti che si rivelerà poi sbagliata, sostituita da un´altra di ineccepibile logica. Il piccolo mondo di paese, una comunità montana, l´Appennino con le sue basse cime, ma popolato da tanti animali sono tutti elementi che rientrano nel mio apprezzamento; anche la trama nel complesso mi ha soddisfatto, così come una certa ironia che affiora qua e là, una vera e propria chicca. Di certo non mi aspettavo qualcosa di particolarmente profondo, e così è stato; comunque per per trascorrere piacevolmente un po´ di tempo Malastagione è senz´altro adatto. RENZO MONTAGNOLI - 8 mesi fa |
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Il ghostwriter - Robert Harris
Ho già scritto in una precedente recensione che Robert Harris alterna romanzi veramente riusciti ad altri più modesti; è stato così per V2 e per Archangel, lavori indubbiamente di impegno, ma in cui l´autore non è riuscito a concretizzare in modo convincente la sua notevole creatività, complicando storie che, se fossero state più semplici, sarebbero riuscite senz´altro meglio.
E´ una vicenda che parte quasi in sordina, ma poi ha degli sviluppi imprevedibili che dovrebbero costituire l´attrazione di quello che a tutti gli effetti, fino all´ultima pagina, si rivela essere un thriller, con la partecipazione nell´ombra della CIA, impegnata a conservare l´egemonia mondiale degli Stati Uniti.
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Dove vola la polvere - Nguyễn Phan Quễ Mai
Quanto mi aveva entusiasmato Le montagne che cantano, tanto mi ha deluso Dove vola la polvere. Intendiamoci, non è che questo libro sia scritto male, ma è che la trama e soprattutto il tocco di grazia del primo non sono riscontrabili nel secondo, con una storia più convenzionale e, soprattutto, con quel profumo d´oriente e di pulito che si è smarrito. Non è la prima volta che nella produzione letteraria di un autore a un´opera di rilevante livello ne segue una più modesta, per quanto ancora accettabile. Va dato atto alla narratrice che si è impegnata a parlare delle conseguenze di una guerra che non guardano in faccia nessuno, né il vincitore, né il vinto. Però se questo è un argomento particolarmente caro agli americani, il cui impegno in Vietnam è costato sangue e dolore, per non parlare delle nevrosi dei reduci, si è persa quell´atmosfera del primo libro; infatti lì la famiglia era al centro di tutto e non a caso esprimeva una filosofia con molta probabilità tipicamente orientale, in forza della quale una vita è possibile dopo la morte se si resta nel ricordo di qualcuno, il che fa apparire ciascun membro di una famiglia come un anello indissolubile di una lunga catena che è fatta di nascite e morti, ma che è anche una traccia evidente di quanto siamo stati, mai inutili e sempre necessari. Purtroppo, complice la trama, si è persa l´atmosfera, è venuto meno quel misticismo che è possibile raggiungere in unione con la natura e perfino lo stile, prima snello, ma non povero, ne ha risentito, con una scrittura più americana che asiatica.
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L'inferno di Treblinka - Vasilij Grossman
Vasilji Grossman durante la seconda guerra mondiale fu un corrispondente di grande popolarità, i cui reportage erano pubblicati sull´organo ufficiale dell´Armata Rossa Krasnaja zvezda (Stella rossa). Nell´ambito di questo incarico scrisse nell´autunno del 1944 L´inferno di Treblinka, subito dopo la liberazione del campo, grazie alle testimonianze dei pochissimi superstiti, degli abitanti del circondario e addirittura delle stesse guardie.
Comunque, alcuni degli addetti alla bassa manovalanza, costretti a collaborare con le SS, certi che prima o poi sarebbero stati uccisi, decisero di ribellarsi, dando vita a un comitato che con un po´ di fortuna si procurò le armi dallo stesso deposito del campo e il 2 agosto del 1943 scoppiò la rivolta, che ebbe successo, anche se i ribelli, fuggiti nelle campagne circostanti, furono braccati ed uccisi, tranne un piccolo gruppo. Da allora Treblinka cessò di funzionare e si fece di tutto per cancellarla in modo che non rimanesse traccia, un´operazione impossibile, perché non si poteva costringere al silenzio chi era sopravvissuto. E poi, nonostante il ricorso ai forni crematori, troppi erano ancora i cadaveri sotto terra e bastava scavare, di qua e di là, per rendersi conto dell´orrendo scempio.
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Francesco e Isabella - Luca Sarzi Amadè
Che Francesco II Gonzaga e Isabella d´Este siano stati due personaggi di tutto rilievo nell´Italia del Rinascimento è ormai da tempo assodato e tutti gli storici sono concordi al riguardo, anche Luca Sarzi Amadè che ha dissertato di queste due eminenti figure con questo libro che a tratti potrebbe sembrare un romanzo storico, ma che per la completezza delle informazioni, gli approfondimenti assai frequenti ha più le caratteristiche di un saggio storico, scritto però con una scorrevolezza e una capacità di attrazione che è propria normalmente della narrativa. I due personaggi sono completamente diversi, lui un uomo d´armi che ama anche la bellezza dell´arte, restando tuttavia in superficie, lei una gran dama, letterata, colta, conscia di essere in grado, nonostante il suo sesso, di essere la protagonista di un´epoca; ma la diversità in due figure che sono l´emblema di un´epoca fa sì che si integrino, così che lui si lascia consigliare da lei e lei supplisce al pragmatismo del marito con le sottigliezze di una politica consumata.
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Conclave - Robert Harris
Dopo l´ultima pagina, nei ringraziamenti, Robert Harris precisa opportunamente che, all´inizio delle indispensabili ricerche per scrivere il romanzo, di aver chiesto e di aver ottenuto il permesso per visitare i luoghi in ci si svolge il conclave; aggiunge inoltre di aver avuto conversazioni con diversi eminenti cattolici per poter avere ulteriori notizie, senza dimenticare le opere di altri autori in proposito e che cita testualmente.
I colpi bassi non mancano, ma Lomeli è un uomo che ama la verità e che persegue con ogni mezzo, visto anche che non ha ambizioni per diventare Santo Padre, ma poco mancherà che lo diventi.
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