Biblioteca Comunale – Bagnolo San Vito

Cultura & Territorio

 

Museo Diffuso del Fiume

Il Museo Diffuso del Fiume - Conca del Bertazzolo nasce grazie alla fruttuosa collaborazione delle Amministrazioni Comunali di Bagnolo San Vito e di Roncoferraro, insieme a Regione Lombardia, per un progetto culturale nato, cresciuto e maturato negli anni scorsi nell’ambito del Museo Diffuso - Conca del Bertazzolo e del più vasto comprensorio dell’Ecomuseo della risaia, dei fiumi, del paesaggio rurale mantovano.

Il percorso museale è costituito da pannelli esplicativi, da alcuni modelli in scala e da quattro video in lingua italiana e inglese, ha un taglio scientifico-didattico e racconta la storia del basso Mincio, una porzione di territorio che è sempre stata strategicamente importante per il controllo delle acque della città di Mantova. Si passa dall’abitato etrusco del Forcello (VI – IV secolo a.C.) al castrum di Governolo, dai progetti di Gabriele Bertazzolo (1570 – 1626), il più famoso degli ingegneri idraulici mantovani che qui operò per conto del Ducato gonzaghesco, all’attuale disposizione e funzionamento della Conca, che oggi come in passato rende possibile la navigazione fluviale, commerciale e turistica, del fiume Mincio, mettendo in collegamento i laghi di Mantova con il fiume Po ed il mare Adriatico. Il filo conduttore è l’acqua, intesa come risorsa indispensabile all’insediamento, all’agricoltura, alla difesa militare, alla comunicazione e al commercio. Essa è al contempo elemento vivificante e, con le alluvioni, minaccia alla sopravvivenza delle comunità.

 

Parco Archeologico del Forcello

Il Parco Archeologico del Forcello di Bagnolo San Vito, pochi km a sud est di Mantova, sorge intorno ai resti di un importante abitato etrusco di VI-IV sec a. C.. Gli scavi archeologici condotti nel sito dal 1981 ad oggi, con la direzione scientifica del prof. de Marinis dell'Università degli Studi di Milano, hanno portato alla luce, anno dopo anno, una piccola porzione di questo abitato, ma con una lunga sequenza stratigrafica, articolata in otto fasi insediative principali. Il progetto del Parco Archeologico, nasce dall'esigenza di salvaguardare almeno una porzione dell'abitato dagli insistenti e distruttivi lavori agricoli e al fine di valorizzazione e divulgare i risultati scientifici conseguiti con gli scavi.Le scoperte effettuate nell'abitato etrusco del Forcello, la cui ricchezza ed importanza sono già da lungo tempo note in ambito scientifico, hanno finalmente un efficace strumento per essere messe al servizio della divulgazione e della didattica.

Il primo lotto di lavori, conclusosi nel settembre 2004, ha interessato la costruzione di strutture di accesso all'area, una sala multimediale, una sala laboratorio per i ricercatori e alcune postazioni coperte per i futuri centri di animazione e atelier di archeologia sperimentale. Il secondo lotto di lavori, che si conclude con l'inaugurazione del 29-30 settembre 2006, ha previsto l'allestimento degli atelier con pannelli didattici, l'attivazione della sala multimediale con apparecchiature idonee e la ricostruzione di un forno per la cottura della ceramica e di un telaio, esemplificativi delle attività artigianali attestate al Forcello.

La visita al parco Archeologico del Forcello prevede una parte introduttiva nella quale i visitatori potranno avvicinarsi, con l'ausilio di pannelli didattici, alla storia dell'Etruria padana e dell'abitato del Forcello in particolare. All'interno degli atelier si potrà quindi osservare una ricostruzione del telaio e all'esterno del forno per la cottura dei vasi, entrambi realizzati sulla base delle testimonianze archeologiche e anch'essi corredati da pannelli didattici.

Per le scuole, di ogni ordine e grado, saranno inoltre attivi laboratori su vari temi inerenti le attività artigianali al tempo degli etruschi e sul mestiere dell'archeologo. Inoltre, visitando il Parco nei periodi di apertura dello scavo, sarà possibile assistere al lavoro sul campo e di inventariazione dei reperti, da parte dell'equipe di archeologi dell'Università degli Studi di Milano.

 

Sistema Po - Matilde

Il Sistema Po - Matilde nasce nel 2001 con la sottoscrizione di una Convenzione tra 20 Comuni del territorio mantovano accomunati dall'impronta indelebile lasciata dalla gran contessa Matilde di Canossa ed estesi lungo il corso del fiume Po. Il Comune di Bagnolo San Vito fa parte fin dalla sua nascita.

Il territorio mantovano delle antiche “Terre Matildiche” si estende principalmente lungo l’asta del Po. Spina dorsale della Pianura Padana, il fiume è sempre stato per molte generazioni fonte di ricchezza: per l’agricoltura e la pesca, in passato, per il turismo e lo sport oggi. Il Grande Fiume Padano, che scorre lento e possente, antica via fluviale ancora oggi completamente navigabile, esprime, in questo tratto di Lombardia, la sintesi di tanti paesaggi e località di incontro, sin dai tempi più remoti, di grandi civiltà. Qui i luoghi matildici, costituiti principalmente da castelli, avamposti e torri isolate, rappresentano il Medioevo per eccellenza e sono testimonianza dell’importante processo di trasformazione culturale, economica e spirituale che ebbe origine nel 476 D.C. e terminò nel 1492, anno della scoperta dell’America. Figura principale di questa rivoluzione nell’XI sec. fu la Contessa Matilde di Canossa, (1046-1115), che segnò fortemente la seconda parte dell’anno Mille costruendo un grande impero. Dei possedimenti matildici facevano parte venti centri mantovani che ancora oggi, a distanza di secoli, sanno sorprendere ed appagare il visitatore con grande suggestione grazie alle presenze archeologiche, ambientali e storico-artistiche visibili e visitabili. Le attuali testimonianze del passato, hanno permesso a questa terra unica di essere al centro di un sistema di programmazione e progettazione comunitaria permanente. Infatti nasce da qui l’opportunità e la volontà di creare, da parte di 20 Comuni della Provincia di Mantova, Area Obiettivo 2, il Sistema Po – Matilde. E’ l’occasione per conoscere e apprezzare l’impronta indelebile lasciata dalla contessa a Bagnolo San Vito, Carbonara di Po, Felonica, Gonzaga, Moglia, Ostiglia, Pegognaga, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, Roncoferraro, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Villa Poma e Villimpenta. Il Sistema Po – Matilde mette in rete e propone itinerari culturali e turistici tesi a valorizzare e promuovere quei centri d’arte, piccole capitali ricche di musei e nuclei monumentali antichi, che costituirono la fitta rete di possedimenti matildici. Si alternano a questo scenario argini, parchi, oasi, riserve e isole fluviali che, con la loro flora e fauna, regalano al visitatore emozioni sempre nuove. Non ultima la leggendaria gastronomia, interessante patrimonio che, con le sue antiche ricette e i prodotti di eccellenza, rende la zona mille volte unica. Gli itinerari matildici, percorribili in auto bicicletta e battello, sono segnalati e descritti tramite la collocazione in ogni sito di una specifica segnaletica e la realizzazione di una puntuale guida a schede, per meglio accompagnare il visitatore nel Medioevo.

 

Museo della Civiltà Contadina

Il Museo della Civiltà Contadina è costituito dall'esposizione di un patrimonio etnografico di circa 1200 oggetti, raccolti sul territorio e restaurati.

I percorsi didattici tendono ad esprimere una filosofia di vita della prima metà del '900, non solo rurale, con una specificità antropologica nella continuità del divenire: dall'antica civiltà Etrusca all'avvento del periodo preindustriale nei settori dell'illuminazione, motorizzazione, comunicazione, trasporti, attività artigianali.