I migliori monologhi giocano un ruolo molto importante nel cinema. Spesso, possono cambiare la percezione di un intero film: scatenando il nostro lato emotivo, un monologo, può fare la differenza fra un’opera di medio livello e un capolavoro. Molti elementi rendono memorabile un monologo: qualità di scrittura, tematiche introdotte e valore filosofico, interpretazione: oltre alla (qualità oratoria, prestazione e la presenza fisica dell’attore). Un monologo può completare la caratterizzazione di un personaggio come può portare avanti la narrazione. Ci sono film in cui, oltre alle parole, ad emozionare sono le immagini, o la musica. Inoltre vale la pena considerare l’impatto sociale e culturale di alcuni discorsi mai dimenticati. Questa piccola videografia, che non è una classifica e non pretende in alcun modo di essere esaustiva, ve ne propone alcuni.
La 25° ora, Spike Lee (2002)
“In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare, che gli incendi la distruggano, che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi. (...) No, in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l’hai buttato via, brutto testa di cazzo!” (Monty Brogan / Edward Norton)
American beauty, Sam Mendes (1999)
“Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c’è tanta bellezza nel mondo. (…) Non posso provare altro che gratitudine per ogni singolo momento della mia stupida, piccola, vita. Non avete la minima idea di cosa sto parlando, ne sono sicuro, ma non preoccupatevi: un giorno l’avrete.” (Lester Burnham / Kevin Spacey)
Apocalypse now, Francis Ford Coppola (1979)
“Ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non avete il diritto di chiamarmi assassino. Avete il diritto di uccidermi, questo sì, ma non avete il diritto di giudicarmi. Non esistono parole per descrivere lo stretto necessario a coloro che non sanno cosa significhi l’orrore. L’orrore ha un volto e bisogna essere amici dell’orrore. L’orrore ed il terrore morale ci sono amici. In caso contrario allora diventano nemici da temere. (...) C’è bisogno di uomini con un senso morale e allo stesso tempo capaci di utilizzare il loro primordiale istinto di uccidere. Senza sentimenti, senza passione, senza giudizio... Senza giudizio! Perché è il giudizio che ci indebolisce.” (Colonnello Kurtz / Marlon Brando)
L’avvocato del diavolo, Taylor Hackford (1997)
“Ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio. A lui piace guardare: è un guardone giocherellone! (...) A me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato. E sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato, nonostante le sue maledette imperfezioni. Io sono un fanatico dell’uomo, sono un umanista! Sono probabilmente l’ultimo degli umanisti!E chi, sano di mente, potrà mai negare che il XX secolo è stato interamente mio?” (John Milton, Satana / Al Pacino)
The Big Kahuna, John Swanbeck (2000)
“Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. (...) Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma accetta il consiglio, per questa volta.” (Phil Cooper / Danny De Vito)
Blade Runner, Ridley Scott (1982)
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione… e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.” (Roy Batty / Rutger Hauer)
Il grande dittatore, Charlie Chaplin (1940)
“Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore: non è il mio mestiere; non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. (...) Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere; eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia, siate tutti uniti!” (Adenoid Hynkel / Charlie Chaplin)
La leggenda del pianista sull'oceano, Giuseppe Tornatore (1998)
“Tutta quella città… non si riusciva a vederne la fine… La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? (...) La Terra… è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare. Non scenderò dalla nave. Al massimo, posso scendere dalla mia vita. In fin dei conti, è come se non fossi mai nato.” (Novecento / Tim Roth)
Ogni maledetta domenica, Oliver Stone (1999)
“Non so cosa dirvi davvero. 3 minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. (...) Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?” (Tony D’Amato / Al Pacino)
Trainspotting, Danny Boyle (1997)
“La verità è che sono cattivo, ma questo cambierà, io cambierò, è l’ultima volta che faccio cose come questa. Metto la testa a posto, vado avanti, rigo dritto, scelgo la vita. Già adesso non vedo l’ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l’apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d’ufficio, bravo a golf, l’auto lavata, tanti maglioni, natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai.” (Mark Renton / Ewan McGregor)