Trovati 26 documenti.
Proposte di lettura per il Giorno del Ricordo
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Una primavera difficile / Boris Pahor ; traduzione di Mirella Urdih Merku
[Rovereto] : Zandonai, [2009]
Abstract: Maggio 1945. Un reduce sloveno dai campi di concentramento nazisti è ospite di un sanatorio alle porte di Parigi. La sua vita somiglia a un dormiveglia dentro una serra di vetro, un dormiveglia attraversato di continuo dalle immagini di là, di quel mondo dove ha visto consumarsi la distruzione. Lui prima della Germania e lui dopo la Germania, chissà se questi due uomini si sarebbero mai incontrati si chiede il protagonista, esprimendo in modo mirabile il dissidio lancinante da cui scaturisce - necessaria e alta - la narrativa di Pahor e la sua appassionata testimonianza civile. Nelle pagine di questo romanzo, infatti, la ricchezza del suo talento letterario non si lascia confinare alla pura e sofferta memoria del lager o al farsi voce della minoranza slovena perseguitata. A Radko Suban, un uomo spezzato in due dalla barbarie, è data malgrado tutto la possibilità di ritrovare se stesso e di rinascere grazie all'amore di Arlette, una giovane infermiera francese. Un amore contrastato, in cui nulla è certo: eppure ogni gesto di lei ha il sigillo di una vitalità che sconfigge le ombre e porta in sé una promessa di libertà che lo scrittore ritrae con commozione e stupore, lo stesso che ci coglie dinanzi al perenne e impercettibile germogliare della terra, buona e immensa.
Nata in Istria / Anna Maria Mori
Milano : Rizzoli, 2006
Abstract: L'Istria è stata per mezzo secolo un grande buco nero nella coscienza italiana: una terra dimenticata, rimossa, così come è stata di fatto occultata la presenza dei trecentomila profughi istriani che, dopo la guerra, ha scelto l'esilio. In questo libro Anna Maria Mori, che ha lasciato l'Istria con la famiglia quando era ancora bambina, prova a spiegare cosa significa essere istriani. Il suo libro non è un'inchiesta oggettiva o il rendiconto di un'esperienza di vita: è piuttosto un collage di storie, persone, percorsi, riflessioni su una terra di confine (italiana, veneta, asburgica, slava), una terra di contadini e di pescatori e di marinai, di poesie, leggende, tradizioni, miti e riti, di sapori e odori mediterranei e mitteleuropei.
Edizioni del Capricorno, 2020
Abstract: La storia dell'Alto Adriatico tra Ottocento e Novecento. Il nazionalismo italiano, l'irredentismo e il «fascismo di confine», tra ideologia, squadrismo e suprematismo etnico. La «bonifica etnica» dei territori italianizzati tra le due guerre. Le politiche di occupazione italiana in Slovenia e i rapporti con la Croazia nel secondo conflitto mondiale: il trattamento delle minoranze, il destino degli ebrei, i crimini di guerra italiani. L'occupazione tedesca della «Zona di Operazioni Litorale Adriatico»; la risiera di San Sabba, le deportazioni e i crimini contro i civili. Il dramma troppo a lungo dimenticato dell'infoibamento: le foibe come tragica realtà e come simbolo. L'esodo degli italiani: pulizia etnica o che cos'altro? E poi la lunga fine: il trattato di pace e le sue ripercussioni, il territorio libero di Trieste, il Memorandum di Londra. Tutta la storia delle frontiere a Nordest. Approfondimenti, un ricco apparato iconografico e una cartografia realizzata ad hoc per capire tempi e luoghi di questa tormentata vicenda. Un libro per informarsi senza pregiudizi. Per ricordare.
Nel cantiere della memoria : fascismo, Resistenza, Shoah, foibe / Filippo Focardi
Viella, 2020
Abstract: Da decenni ormai, con la fine della guerra fredda e i mutamenti dello scenario internazionale, i processi di ridefinizione delle memorie pubbliche nazionali hanno innescato in tutta Europa delle vere e proprie "guerre di memoria". In Italia, in particolare, i conflitti tra memorie contrapposte si affiancano a reiterati tentativi di ridefinizione dell'identità nazionale all'insegna della costruzione di presunte memorie condivise, alimentati da un intenso uso politico del passato. Si assiste così all'istituzione di nuove date del calendario civile, come la Giornata della Memoria per le vittime della Shoah e il Giorno del Ricordo per quelle delle foibe; al confronto fra revisionismo e anti-revisionismo su fascismo e Resistenza; a un dibattito sui crimini di guerra italiani nelle colonie e nei territori occupati durante il secondo conflitto mondiale; e all'impegno in prima persona dei presidenti della Repubblica (Ciampi, Napolitano, Mattarella) nel costruire una memoria pubblica nazionale lungo l'asse Risorgimento, Grande guerra, Resistenza, Unione Europea
Oltre, 2020 (stampa 2021)
Abstract: Rosanna Turcinovich Giuricin e Rossana Poletti hanno raccolto, ordinato e commentato i documenti, gli scritti, relazioni, note che Rosanna Pasquinelli: la donna che nel 1947, per protestare contro le decisioni degli Stati vincitori della seconda guerra mondiale, che decisero di assegnare l'Istria e Fiume alla Jugoslavia di Tito, uccise con un colpo di pistola il generale inglese Robert De Winton a Pola. Le due autrici hanno per settimane compulsato e studiato i manoscritti contenuti in una cassa custodita per decenni in una banca triestina su mandato di Monsignor Antonio Santin, allora vescovo della città giuliana. Gli originali, le copie, le relazioni, le annotazioni, tutto vidimato da avvocati e notai che presero in consegna il materiale di cui questa è una prima parte, la più sofferta, la storia di una tragedia vissuta in trincea che, come scrive Ezio Giuricin nella sua introduzione: "può trovare una spiegazione solo se contestualizzata, inserita nella complessa temperie storica e politica dell'Istria alla fine del secondo conflitto mondiale", aiutandoci a capire perchè "in Istria, a Fiume, a Trieste e, in buona parte, in Dalmazia, il fascismo, l'antifascismo, la Resistenza, la lotta di liberazione, la lotta nazionale e quella di classe hanno assunto dei tratti specifici, dinamiche e percorsi diversi da quelli del resto d'Europa".
LuoghInteriori, 2019
Abstract: Il saggio di Giorgio Giannini ha lo scopo di ricordare non soltanto la tragica vicenda delle foibe del 1943 e del 1945 nella Venezia Giulia e l’esodo di massa soprattutto dall’Istria e dalla Dalmazia nel dopoguerra, di cui parla la Legge 30 marzo 2004 n. 92 che ha istituito il Giorno del ricordo, che ricorre il 10 febbraio, ma anche i tragici fatti accaduti in quelle Regioni, dopo l’annessione successiva alla Grande Guerra. Ciò significa riportare alla memoria l’ ‘italianizzazione forzata’ della popolazione di lingua slovena e croata, con il tentativo di distruggerne cultura e tradizioni, messa in atto dal regime fascista. Due decenni drammatici per la popolazione locale di lingua non italiana, che possono spiegare almeno in parte, senza però giustificare, quanto è accaduto. In Appendice al volume è inserito un approfondimento sulla ‘italianizzazione’ della popolazione tirolese in Alto Adige, simile a quella subita dalla popolazione slovena e croata della Venezia Giulia, che pochi conoscono. Nell’ampia documentazione, che arricchisce il saggio, è riportato il lungo iter legislativo per l’approvazione della Legge 30 marzo 2004 n. 92, durato oltre nove anni, insieme a una proposta di legge per la sua integrazione, prevedendo di ricordare nel Giorno del ricordo la politica di ‘italianizzazione’ della popolazione slovena e croata (e anche tirolese), attuata durante il regime fascista. è anche consultabile la Relazione della Commissione storico-culturale italo-slovena pubblicata dal governo sloveno nel 2001.
Torino : Edizioni del Capricorno, 2021
Abstract: Quanto del nostro presente possiamo comprendere analizzando le molteplici, millenarie trasformazioni dei confini del Nordest italiano nel corso della storia? Il lettore troverà in queste pagine un'introduzione sul concetto stesso di confine, sul modo di definirlo, tracciarlo e segnalarlo nel corso dei secoli; scoprirà personaggi, aneddoti, curiosità, peculiarità geografiche ed etnografiche dei territori analizzati; per comprendere i mutamenti dei confini (e, quindi, le vicende geopolitiche ch'essi hanno rappresentato nel corso dei secoli), avrà a disposizione uno straordinario repertorio iconografico, con un ampio ricorso alla cartografia storica e a mappe realizzate ad hoc. Un nuovo modo di leggere la storia. La nostra storia.
ETS, 2013
Abstract: Non un saggio, non un libro di storia, ma il racconto di una nonna, Maria, alla nipote Julka. Sul porticciolo della cittadina di Muggia, in provincia di Trieste, la nonna racconta le drammatiche vicende di una zona di confine, sottoposta alla dominazione austriaca, straziata dalle guerre mondiali, dalle occupazioni fascista, nazista, comunista. In questo scenario il racconto della tragedia delle foibe e dell'esodo colpisce la sensibilità di Julka, perché le parole usate dalla nonna sono quelle di coloro che la storia l'hanno vissuta sulla propria pelle. Tra rabbia, commozione e desiderio di cambiare il mondo, Julka impara la storia dei confini italiani orientali fino al 1975, anno del Trattato di Osimo, in modo sicuramente coinvolgente. Alla fine del racconto, il volume presenta un'intervista allo storico Paolo Pezzino che, con il corredo di cartine, offre una sintesi dedicata agli eventi europei e italiani in cui si inseriscono i fatti narrati. Questo libro, risultato di un progetto disciplinare in cui si incontrano docenti della Scuola media e dell'Università, è un utile strumento da affiancare ai manuali scolastici, non sempre puntuali nel raccontare le vicende delle foibe. Serve agli studenti della scuola, ma anche ai giovani e agli adulti che vogliono conoscere questa controversa storia.
Qui e' proibito parlare / Boris Pahor ; traduzione di Martina Clerici
Roma : Fazi, 2009
Abstract: Principale porto dell'impero austroungarico, Trieste aveva visto coabitare per secoli culture diverse. Integrata nel Regno d'Italia alla fine della Grande Guerra, fu qui che, per la prima volta e anticipando scenari futuri di quello che sarebbe stato il fascismo non solo sul suolo italiano ma anche in Europa, fu messa in atto una campagna di pulizia etnica: tutto quello che era sloveno, lingua, cultura, gli stessi edifici, doveva sparire. E in questo clima, così cupo e oppressivo, che Ema, giovane slovena originaria del Carso, si aggira piena di rabbia in una luminosa estate degli anni Trenta. Alle spalle ha una storia familiare dolorosa, e ora, a Trieste, cerca un lavoro che le permetta di vivere in modo indipendente, ma le difficoltà che trova e il rancore per un mondo che sente ostile non fanno che accrescere in lei un senso di dolorosa esclusione. Sarà l'incontro con Danilo sul molo del porto a segnare la svolta nella sua vita. Maturo e determinato, l'uomo guiderà i passi della ragazza nel difficile e pericoloso cammino della resistenza al fascismo e della difesa della cultura slovena, e su quello non meno tortuoso dell'amore. Abbandonandosi a una passione che si fa sempre più viva e legandosi a Danilo in un'intesa profondissima, Ema riuscirà finalmente a trovare la forza di prendere in mano la propria vita, di darsi senza remore alla lotta per il riscatto del popolo sloveno e di affrontarne con coraggio tutte le conseguenze.
Roma : Fazi, 2008
Abstract: "Boris Pahor è sopravvissuto. Non posso penetrare il suo cuore, ma sembra essere uscito da quella necropoli veramente vivo, nel pieno senso del termine; irrimediabilmente segnato, ma non umanamente mutilato né spento": certifica le parole di Claudio Magris nel'introduzione, la lettura di Necropoli, il capolavoro dove lo scrittore sloveno Pahor, classe 1913, racconta del suo internamento nel campo di concentramento di Natzweiler-Struhof, in un flusso di memoria vivido e crudele che sembra voler rimanere impresso per sempre nella mente di chi legge. "Boris Pahor è sopravvissuto. Non posso penetrare il suo cuore, ma sembra essere uscito da quella necropoli veramente vivo, nel pieno senso del termine; irrimediabilmente segnato, ma non umanamente mutilato né spento": certifica le parole di Claudio Magris nel'introduzione, la lettura di Necropoli, il capolavoro dove lo scrittore sloveno Pahor, classe 1913, racconta del suo internamento nel campo di concentramento di Natzweiler-Struhof, in un flusso di memoria vivido e crudele che sembra voler rimanere impresso per sempre nella mente di chi legge.
Italiani due volte / Dino Messina
Solferino, 2019
Abstract: Sono italiani due volte i trecentomila che in un lungo esodo durato oltre vent'anni dopo la Seconda guerra mondiale lasciarono l'Istria, Fiume e Zara. Erano nati italiani e scelsero di rimanere tali quando il trattato di pace del 10 febbraio 1947 assegnò quelle regioni alla Jugoslavia comunista del maresciallo Tito. A rievocare una storia a lungo trascurata del nostro Novecento è un'inchiesta originale e serrata dove al racconto dei fatti Dino Messina accompagna le testimonianze inedite dei parenti delle vittime della violenza titina e di chi bambino lasciò la casa natale senza la speranza di potervi tornare. Un dramma nazionale in tre grandi atti: il primo, con l'irredentismo, la vittoria nella Grande guerra, il passaggio alla patria di regioni e città sotto il dominio asburgico; seguiti dalla presa del potere fascista con le politiche anti-slave e la guerra accanto ai nazisti. La secondo fase inizia con le ondate di violenza dei partigiani di Tito nell'autunno del 1943 e nella primavera del 1945. Trieste, Pola e i centri dell'Istria occidentale, Fiume e Zara, da province irredente divennero terre di conquista jugoslava. Al biennio di terrore e alla stagione delle foibe, seguirono altri anni di pressioni e paura. Sino al terzo atto, dal 10 febbraio 1947, che segnò la più grande ondata dell'esodo. E successivamente un'altra massiccia partenza dalla zona assegnata alla Jugoslavia dopo il Memorandum di Londra del 1954, che stabilì il ritorno di Trieste all'Italia. A migliaia di fuggitivi, dopo il terrore e lo sradicamento, toccò l'umiliazione dei campi profughi. Una pagina tragica della nostra storia che trova in questo libro una ricostruzione puntuale.
Bompiani, 2013
Abstract: Il Novecento è il secolo di Boris Pahor: ne ha vissuto gli orrori e le conquiste, facendosene testimone per eccellenza. Il racconto della sua esperienza esistenziale è, dunque, un racconto etico e vivo, denso di avvenimenti e aneddoti che seguono un tracciato cronologico ma mai banale o scontato. La sua biografia si sviluppa attraverso questo racconto, fatto da Pahor in prima persona, e contestualizzato dalla curatrice. Non si tratta solo di una autobiografia ma anche di una storia di Trieste, storia in cui si specchia la storia del novecento europeo. Così, accanto alla storia viva, in presa diretta di Trieste, della comunità slovena e delle altre comunità che arricchivano e in parte arricchiscono, la città; accanto alla cronaca della disgregazione dell'impero asburgico, della Grande guerra, dello squadrismo e del fascismo, Boris Pahor racconta la sua crisi esistenziale, l'esperienza della guerra in Africa, l'adesione al fronte di liberazione sloveno e la conseguente deportazione nei lager, il difficile ritorno alla libertà e alla vita.
La Nave di Teseo, 2020
Abstract: Il percorso creativo di Boris Pahor, scrittore sloveno e cittadino italiano, ruota in prevalenza intorno al destino della gente slovena nel Novecento e alle suggestioni di una città elusiva e ammaliatrice come Trieste. La prima di queste opere è la raccolta di racconti Il rogo nel porto, che non solo lievita ai livelli più alti della grande letteratura europea ma prelude a quasi tutta la restante produzione dell'autore quanto a temi e motivi ispiratori, restituendo al lettore italiano aspetti della storia contemporanea dimenticati o colpevolmente rimossi: le vicissitudini della comunità slovena sotto il fascismo, la difesa di un'identità culturale brutalmente conculcata, la violenza che investe umiliati e offesi di dostoevskijana memoria e annuncia l'orrore delle deportazioni nei campi di sterminio. Tre sono i nuclei generativi - tutti direttamente o indirettamente autobiografici - dei racconti: il mondo dell'infanzia, l'esperienza del lager (descritto una dolente potenza espressiva tale da ricondurci alla raccapricciante grandezza di Necropoli) e il faticoso, straniante ritorno nella città natale, Trieste, dopo la guerra e la detenzione nei lager nazisti. Lo sfondo, a parte il ciclo del lager, è il medesimo: la città di Trieste, le cui architetture e stagioni, i cui colori e paesaggi fatti di piogge ventose, iridescenze marine e barbagli di pietra carsica sono rievocati con un lirismo visionario intriso di potenti metafore.
Novecento di confine : l'Istria, le foibe, l'esodo / Enrico Miletto
Angeli, 2020
Abstract: Stupisce che le foibe e l'esodo istriano, temi spinosi quanto complessi, siano tutto sommato ancora poco noti. Fatti avvolti per decenni da un fitto cono d'ombra e intorno ai quali si è sviluppata una narrazione pubblica decontestualizzata e senza filtri, spesso intrisa di luoghi comuni e definizioni approssimative. Collocare gli eventi nel contesto in cui si snodano è un'operazione essenziale per analizzare ogni processo storico. Lo è ancora di più per comprendere quanto avvenuto al confine orientale d'Italia, territorio segnato da tensioni e conflitti, dove si intrecciano irredentismi e nazionalismi, fascismo di confine, occupazione tedesca e comunismo jugoslavo. Uscire dalle contrapposizioni strumentali, riportare queste tematiche lungo i corretti binari storiografici e sgomberare il campo da interpretazioni fittizie è l'obiettivo di questo libro, che intende consegnare al lettore gli elementi necessari a comprendere la storia del lungo Novecento istriano. Una storia nella quale le foibe e l'esodo della popolazione italiana rappresentano soltanto un aspetto. Certamente drammatico, doloroso e tragico. Ma non l'unico, in quella che appare come una tormentata pagina del Novecento italiano.
Un pinguino a Trieste / Chiara Carminati
Bompiani, 2021
Abstract: Nicolò è un ragazzino all'inizio degli anni cinquanta, quando lascia il nonno e il suo paese, Lussino, da poco passato alla Jugoslavia, per andare a Trieste a vivere con lo zio: lì potrà finire le scuole in italiano, trovare lavoro, e forse scoprire qualcosa di più su suo padre, marinaio, disperso in Africa, di cui non si hanno notizie da cinque anni. Lo zio Franco è un oste e un tipo brusco e indaffarato, ma per fortuna c'è Irma, la bela mula, la sartina che dà una mano in casa e fa da sorella grande a Nicolò, un po' innamorato di lei. Trieste è sotto il Governo militare alleato, è una città piena di soldati inglesi e americani, e Nicolò cresce in fretta, studia, sogna, osserva, ascolta. Ha quindici anni quando scopre che forse suo padre non è morto come tutti credevano e decide di imbarcarsi come cameriere su una nave del Lloyd che fa la spola tra Trieste e Città del Capo: lavorerà durante il viaggio e potrà fare le sue ricerche in loco. A bordo stringe un'improbabile amicizia con Susanna, una ragazzina dagli occhi verdi che viaggia in prima classe. E una volta in Sudafrica ancora mille avventure lo attendono, compreso l'incontro con alcuni pinguini intraprendenti destinati a diventare italiani. Un romanzo di formazione che ci racconta la storia di un ragazzo solo che affronta il grande mondo, di un'illusione che si misura con la realtà. E sì, anche la storia di Marco, pinguino adorato per anni dai triestini di tutte le età.
Foibe rosse : vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43 / Frediano Sessi
Venezia : Marsilio, 2007
Abstract: Norma Cassetto venne gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943. Aveva ventitré anni ed era iscritta al quarto anno di lettere e filosofia, all'Università di Padova. I suoi assassini, partigiani di Tito, che dopo il crollo del regime fascista tentano di prendere il potere in Istria non hanno pietà della sua giovinezza e innocenza e, prima di ucciderla, la violentano brutalmente. L'assassinio di Norma Cossetto e di tutti quegli uomini e quelle donne che furono infoibati o morirono a causa delle torture subite, annegati in mare per mano dei titini mostra verso quale orizzonte ci si dirige quando si ritiene che la verità della vita è lotta, e che non tutti gli esseri umani sono provvisti della medesima dignità.
Foibe : l'ultimo testimone / Graziano Udovisi
Reggio Emilia : Aliberti, [2010]
Abstract: Nella frazione di un secondo si è visto costretto a decidere della sua vita. Se stare fermo e finire ammazzato sotto i colpi della mitragliatrice, oppure saltare giù e morire all'istante nel baratro. Era il 14 maggio 1945 quando l'ufficiale comandante istriano Graziano Udovisi venne trascinato dai partigiani titini sull'orlo della foiba di Fianona per essere trucidato. Scampò alla morte per miracolo, liberandosi i polsi dal fil di ferro e risalendo in superficie da una cavità di circa trenta metri. Prodigiosamente riuscì a salvare un altro commilitone compagno di sventura, afferrandolo per i capelli. Furono i soldati nemici a costringerlo a marciare scalzo sul bordo di quel crepaccio: una punizione per aver tratto in salvo a Capodistria, su una motobarca, i suoi soldati ricercati dalle truppe slave. Questo libro è la testimonianza del calvario di un italiano sopravvissuto alle foibe. La sua odissea, terminata dopo due anni di prigionia con l'accusa di collaborazionismo con i tedeschi, s'intreccia con digressioni sui risvolti sociopolitici della guerra. Attraverso il ricordo, Udovisi ripercorre i giorni del carcere, le torture subite, i crimini consumati sotto i suoi occhi, la fuga. I flashback degli orrori bellici si dipanano in un lucido excursus che copre quattro anni di storia: dall'8 settembre 1943 al settembre 1947, quando Udovisi viene liberato a Civitavecchia senza neppure la carta di rilascio.
Roma : Odradek, copyr. 2008
Abstract: Alla fine della seconda guerra mondiale il giudizio sui militari del Regio Esercito era diviso tra un'opinione pubblica internazionale che ii considerava criminali di guerra e un'opinione pubblica interna incline a considerarli vittime delia guerra fascista e buoni italiani.Quali furono le cause che determinarono una percezione tanto difforme della realtà degli eventi legati alle guerre di aggressione dell'Italia fascista?Dalla documentazione ricavata, in gran parte inedita, dall'Archivio Centrale dello Stato e da quello del Ministero degli Affari Esteri è emerso come la condotta delle truppe del Regio Esercito durante l'occupazione in Jugoslavia, Grecia e Albania, negli anni 194O-'43 sia stata caratterizzata dalla snazionalizzazione, dalle repressioni contro i civili, dagli internamenti, dalle esecuzioni sommarie: crimini di guerra, appunto. Ciononostante essa rappresenta da sempre un tema sul quale l'opinione pubblica italiana si è misurata con difficoltà, se non con aperta reticenza. Ail'elaborazione critica del passato fascista è stato sostituito un generale processo di rimozione e autoassoluzione coniugato sul falso mito del buon italiano.Le ragioni che hanno permesso l'affermazione di un tale paradigma trovano origine nella particolare situazione intemazionale del dopoguerra, quando le necessità dì riorganizzare il blocco occidentale in chiave anticomunista evitò l'estradizione e il processosi numerosi criminali di guerra italiani, richiesti dai governi albanese, jugo-slavo e greco, al fine di favorire un rapido riarmo dell'Italia e la sua inclusione all'interno dell'Alleanza Atlantica. L'opinione pubblica italiana, sostenuta dallo schieramento conservatore dei partiti antifascisti, si mostrò immediatamente disponibile alla ricezione di tali istanze intemazionali assumendo e introiettando una narrazione che, svincolandola dalle responsabilità storichc dei consenso al fascismo, ha rappresentato uno dei fattori principali che hanno concorso a determinare quella continuità dello Stato che è stata fin dalla nascita della Repubblica un ostacolo e un'ipoteca sullo sviluppo democratico della società italiana.
Piemme, 2022
Abstract: Il racconto di Egea Haffner tiene accesa la luce della memoria e si fa simbolo della storia di chiunque ancora oggi sia costretto a lasciare la propria casa. Nel 1945, quando suo padre scompare, inghiottito nelle spaventose voragini carsiche, Egea è solo una bambina. Ancora non sa che a breve inizierà la sua vita di esule, che la costringerà a lasciare la sua terra e ad affrontare un futuro incerto, prima in Sardegna, poi a Bolzano, accudita da una zia che l'amerà come una figlia. La geografia del cuore di Egea Haffner avrà però sempre i colori, gli odori e i suoni di Pola, la sua città. Ed è una geografia che custodisce la sua storia personale, ma è anche parte della nostra vicenda nazionale: nella sua memoria si riflette il dramma di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
Foibe : le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell'Istria / Gianni Oliva
16. rist
Mondadori, 2017
Abstract: Dopo la fine della guerra, tra il maggio e il giugno 1945, migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia vengono uccisi dall'esercito jugoslavo del maresciallo Tito, molti di loro sono gettati nelle foibe, che si trasformano in grandi fosse comuni, molti altri deportati nei campi della Slovenia e della Croazia, dove muoiono di stenti e di malattie. Le stragi si inquadrano in una strategia politica mirata a colpire tutti coloro che si oppongono all'annessione delle terre contese alla nuova Jugoslavia: cadono collaborazionisti e militi della repubblica di Salò, ma anche membri dei comitati di liberazione nazionale, partigiani combattenti, comunisti contrari alle cessioni territoriali e cittadini comuni.