Il 2 aprile si svolge la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo indetta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007.

Come ogni anno in molte città italiane e del mondo si organizzano eventi e iniziative pubbliche di informazione e sensibilizzazione, a testimonianza della vicinanza della comunità alle persone con autismo e alle loro famiglie.

 

Quando parliamo di autismo ci troviamo di fronte a un gruppo di disturbi di natura neurobiologica più correttamente definiti Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) i cui sintomi si manifestano precocemente e permangono per tutto il corso della vita.

 

Pur nelle differenti manifestazioni cliniche con cui si presentano, le caratteristiche tipiche degli ASD si possono riassumere in:

A. Deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale

B. Comportamenti e interessi, ristretti e ripetitivi.

 

La prevalenza è tutt’altro che rara: il dato più recente del Center for Disease Control and Prevention Epidemiology Program Office riporta 1 caso ogni 68 bambini nella fascia di età di 8 anni (CDC, 2014).

E’ importante tenere presente che quando parliamo di autismo ancora troppo spesso ci focalizziamo solo sull’individuo, trascurando le ricadute che questa condizione ha sui sistemi prossimali: la famiglia, la scuola, e più in generale la comunità.

Chiunque ruoti intorno alla persona affetta da autismo è chiamato a fornire un accudimento superiore, per quantità e tempo, a quello che normalmente si dedica ad una persona neuro tipica, talvolta con il rischio di ricevere in cambio frustrazione relazionale e affettiva e isolamento sociale. Per questo è importante un approccio che non si limiti a interventi a spot ma che metta in atto una presa in carico globale che tenga in considerazione tutte le persone e le risorse che ruotano attorno alla persona autistica.

Se è vero infatti che dall’autismo non si guarisce, è vero anche che un intervento precoce, globale, evidence based e, non di meno, rispettoso della persona, dei suoi desideri e delle sue specificità, fa la differenza e permette notevoli miglioramenti e un innalzamento del livello di qualità della vita di chi ne è affetto, del suo nucleo familiare, e degli altri sistemi di appartenenza.

Per approfondire

Sono diversi i sistemi di comunicazione aumentativa e alternativa esistenti ed utilizzati per supportare la comunicazione in autismo e disabilità, alcuni più conosciuti altri più recenti.

 

Spesso, genitori, insegnanti e figure con ruolo educativo che ruotano attorno al bambino con difficoltà comunicative e di linguaggio (come nel caso dell’autismo o di altre sindromi genetiche) si trovano di fronte ad interrogativi come i seguenti:
Come potrà il mio bambino comunicare efficacemente con il mondo esterno quando crescerà?
Come potrà comunicare i suoi bisogni e le sue necessità quando andrà a scuola?
Quale sistema comunicativo è meglio scegliere per il mio bambino?

Spesso, genitori, insegnanti e figure con ruolo educativo che ruotano attorno al bambino con difficoltà comunicative e di linguaggio (come nel caso dell’autismo o di altre sindromi genetiche) si trovano di fronte ad interrogativi come i seguenti:

Come potrà il mio bambino comunicare efficacemente con il mondo esterno quando crescerà?

Come potrà comunicare i suoi bisogni e le sue necessità quando andrà a scuola?

Quale sistema comunicativo è meglio scegliere per il mio bambino?

 

La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) consta in un sistema di strumenti e supporti progettati per migliorare la capacità di uno studente di interagire con l’ambiente, unendo il testo a simboli e pittogrammi.

Si tratta solo di una piccola parte della complessa struttura che coinvolge il caregiver, la formazione degli insegnanti, la tipologia di simboli utilizzati, i vari contesti e le strategie per l’utilizzo nella ricerca di una comunicazione efficace.

 

https://www.youtube.com/watch?v=3SM7myZG4VU

 

 

Il fondo di CAA presente presso la Biblioteca Inclusiva di Gazzo

 

CAA