Trovati 7 documenti.
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Gioventù degli antenati. Il Rinascimento è uno zombie
EINAUDI, 21/05/2024
Abstract: Il modo in cui insegniamo e promuoviamo la cultura italiana è necrofilo. Invece di portare i viventi in un altrettanto vivente passato, ci sforziamo di portare i morti nel presente, mortificandolo. Qual è il destino di un popolo che fonda la propria mitologia identitaria nel sangue, nella genealogia, nella ricorrenza di un'apocalisse zombie dei propri presunti antenati? L'eredità culturale non è tanto un destino genetico che ci tocca in sorte quanto semmai una creazione collettiva, amorosa e intellettuale, da scegliere consapevolmente. Piú che vecchi padri della patria da idolatrare nostalgicamente, i nostri antenati sono apolidi interlocutrici e interlocutori, paradossalmente piú giovani e all'avanguardia di noialtri posteri. Come ci insegnano l'Umanesimo e il Rinascimento, "età dell'oro" spesso rivendicate da chi si sente italiano, il nostro compito non è quello di preservarne la memoria, o semplicemente imitarli travestendoci da loro, ma di eguagliarli e, addirittura, di superarli. Sono loro stessi, zombie loquaci come Petrarca, Raffaello o Machiavelli, a indicarci la via per rifiutare la loro presentificazione in un sanguigno immaginario genealogico, come quello adottato dalle politiche culturali del fascismo che sopravvivono nelle odierne celebrazioni di presunte italianità gloriose del passato. È ora di smettere di pensarci custodi ed eredi, invece che curatori e artefici, degli avi (o avatar) che abitano rovine e lettere, affreschi e videogiochi.
Ricordatemi come vi pare. In memoria di me
Mondadori, 30/04/2024
Abstract: La viva voce dell'intellettuale più lucida e appassionata del nostro tempo torna a visitarci per una formidabile resa dei conti sul potere, il femminismo, la fede, la letteratura. Ma soprattutto sulle dieci vite che ha vissuto con incantata sfacciataggine, senza paura, ripercorse oralmente nell'unica autobiografia organica possibile per una che ha attraversato il mondo correndo scalza, bruciando luminosamente ogni tappa. Alla vigilia di una morte che l'ha trovata gioiosa come una martire capace di cantare mentre avanza verso i leoni, Michela Murgia ha trascorso una settimana a raccontarsi a Beppe Cottafavi, suo editor e amico. Le registrazioni di quella sua ultima estate, ancora piena di storie come lo erano state le cinquanta precedenti, danno sostanza a questo suo libro straordinario, arricchito da quattro splendidi racconti ritrovati e da altri testi perduti che l'autrice ha scelto e indicato tra un ricordo e l'altro. Da un simile stagno brulicante di vita, come quello sulle cui rive è cresciuta, affiora un arcipelago di dettagli intimi: innamoramenti e parentele queer, matriarche oristanesi che sgranano rosari di cinque colori per salvare ogni continente, madonne con la parrucca, uomini violenti e maestri sognanti, lezioni di lingua sarda e cultura coreana, di esegesi biblica e di scrittura magica, di politica attiva e di militanza culturale. Franca e visionaria, antifascista e immune dai compromessi, Murgia ci rivela com'è che una ragazza di provincia, addestrata a leggere il Vangelo e ad accontentarsi di sopravvivere, si sia messa in testa di cambiare il mondo invece, affidandosi a un'irriducibile aspirazione alla felicità.
Dare la vita / Michela Murgia ; a cura di Alessandro Giammei
Rizzoli, 2024
Abstract: Nella realtà odierna, avere legami familiari che si estendono oltre i confini del legame biologico è una possibilità concreta. Una donna può essere madre di figlie e figli scelti che a loro volta l'hanno scelta? È possibile costruire un legame familiare senza vincoli di sangue? La famiglia queer è una realtà ormai consolidata, un concetto che richiede una discussione aperta e una nuova visione politica. Michela Murgia, autrice di notevoli contributi letterari e attivista sui social, ha espresso per anni la visione di un'altra maternità, quella che va al di là della gestazione biologica. In questo libro l’autrice, partendo dalla propria esperienza personale, raccoglie le sue riflessioni su un tema piuttosto spinoso: la gestazione per altri, una pratica che mette in discussione le fondamenta stesse dell'essere donna, andando oltre il concetto tradizionale di normalità e natura. Questo straordinario scritto, realizzato nelle sue ultime settimane di vita, offre una prospettiva diversa sulla creazione della vita, suggerendo come i legami dell'anima possano integrarsi con quelli biologici. Le pagine di “Dare la vita” ci conducono attraverso le complesse sfumature degli affetti, dimostrando che aprirsi all'altro non limita, bensì arricchisce l'amore in modo inaspettato e potente
Gioventù degli antenati : il Rinascimento è uno zombie / Alessandro Giammei
Einaudi, 2024
Abstract: L’eredità culturale non è tanto un destino genetico che ci tocca in sorte quanto semmai una creazione collettiva, amorosa e intellettuale, da scegliere consapevolmente. Più che vecchi padri della patria da idolatrare nostalgicamente, i nostri antenati sono apolidi interlocutrici e interlocutori, paradossalmente più giovani e all’avanguardia di noialtri posteri. Come ci insegnano l’Umanesimo e il Rinascimento, «età dell’oro» spesso rivendicate da chi si sente italiano, il nostro compito non è quello di preservarne la memoria, o semplicemente imitarli travestendoci da loro, ma di eguagliarli e, addirittura, di superarli. Sono loro stessi, zombie loquaci come Petrarca, Raffaello o Machiavelli, a indicarci la via per rifiutare la loro presentificazione in un sanguigno immaginario genealogico, come quello adottato dalle politiche culturali del fascismo che sopravvivono nelle odierne celebrazioni di presunte italianità gloriose del passato. È ora di smettere di pensarci custodi ed eredi, invece che curatori e artefici, degli avi (o avatar) che abitano rovine e lettere, affreschi e videogiochi.
EINAUDI, 07/03/2023
Abstract: Fermacravatte e orecchini, smalti e canottiere, collane e rasoi: attraverso venticinque oggetti tradizionalmente considerati (o sorprendentemente diventati) "da maschi", questo saggio esplora le possibili vie d'uscita dalle maglie strette che il patriarcato ci impone. Perché forse per superare il patriarcato bisogna abitare, non abolire, la maschilità. E invece di partire dalle parole, su cui non riusciamo a metterci d'accordo, sarà bene iniziare dalle cose. Cose da maschi è un inventario di simboli, orpelli, strumenti che definiscono (o destabilizzano) la differenza tra maschile e femminile; una differenza che ci è piú facile pensare e vivere come un dualismo, piuttosto che immaginarla come un confine labile e permeabile in entrambe le direzioni. È un osservatorio sulla metà del cielo che ci è sempre parsa nota, standard, dominante, e intende invece farcela aliena, curiosa, esotica, speciale. Intende soprattutto rimapparne le costellazioni, visitando sia pianeti familiari sia sistemi remoti, mai raggiunti prima dai telescopi: quelli abitati da ragazzi-soia e fascinosi secchioni, da icone hip hop che somigliano a gentiluomini del Rinascimento, da cose e persone che rifiutano l'utilità, la forza, il potere, e si acclimano (da secoli o da ieri l'altro) in un futuro piú gioiosamente ibrido e consapevole. Per capire cosa siano l'identità di genere, il patriarcato, persino il femminismo oggi (e soprattutto, per capire cosa saranno domani) bisogna infatti interrogare la maschilità invece di darla per scontata. Dalle pistole di plastica che mettiamo in mano ai bambini agli smalti e collane dei cantanti che seguono su TikTok quando non li guardiamo, il catalogo delle cose ancora (o non piú) maschili di quest'età fluida e immateriale racconta le fragilità di supereroi e leader carismatici, il potere di idoli mingherlini e softboy, le ambizioni e i sogni di chi lotta perché quella dei maschi diventi una tribú inclusiva, consapevole dei propri miti e dei propri privilegi.
Cose da maschi / Alessandro Giammei
Einaudi, 2023
Abstract: Fermacravatte e orecchini, smalti e canottiere, collane e rasoi: attraverso venticinque oggetti tradizionalmente considerati (o sorprendentemente diventati) «da maschi», questo saggio esplora le possibili vie d'uscita dalle maglie strette che il patriarcato ci impone. Perché forse per superare il patriarcato bisogna abitare, non abolire, la maschilità. E invece di partire dalle parole, su cui non riusciamo a metterci d'accordo, sarà bene iniziare dalle cose. Cose da maschi è un inventario di simboli, orpelli, strumenti che definiscono (o destabilizzano) la differenza tra maschile e femminile; una differenza che ci è più facile pensare e vivere come un dualismo, piuttosto che immaginarla come un confine labile e permeabile in entrambe le direzioni. È un osservatorio sulla metà del cielo che ci è sempre parsa nota, standard, dominante, e intende invece farcela aliena, curiosa, esotica, speciale. Intende soprattutto rimapparne le costellazioni, visitando sia pianeti familiari sia sistemi remoti, mai raggiunti prima dai telescopi: quelli abitati da ragazzi-soia e fascinosi secchioni, da icone hip hop che somigliano a gentiluomini del Rinascimento, da cose e persone che rifiutano l'utilità, la forza, il potere, e si acclimano (da secoli o da ieri l'altro) in un futuro più gioiosamente ibrido e consapevole. Per capire cosa siano l'identità di genere, il patriarcato, persino il femminismo oggi (e soprattutto, per capire cosa saranno domani) bisogna infatti interrogare la maschilità invece di darla per scontata. Dalle pistole di plastica che mettiamo in mano ai bambini agli smalti e collane dei cantanti che seguono su TikTok quando non li guardiamo, il catalogo delle cose ancora (o non più) maschili di quest'età fluida e immateriale racconta le fragilità di supereroi e leader carismatici, il potere di idoli mingherlini e softboy, le ambizioni e i sogni di chi lotta perché quella dei maschi diventi una tribù inclusiva, consapevole dei propri miti e dei propri privilegi.
Nottetempo, 2021