Trovati 5 documenti.
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Non chiamatemi straniero. Viaggio fra gli italiani di domani
Mondadori, 30/09/2014
Abstract: Chi è italiano oggi? Solo chi nasce da genitori italiani o anche quei bambini e ragazzi, ormai oltre un milione, che nel nostro Paese vivono, studiano e crescono respirandone sin dall'infanzia la cultura e le tradizioni? Da questa domanda parte il viaggio di Francesca Caferri alla scoperta di quella che è stata definita la "generazione Balotelli", i "nuovi italiani" di origine straniera. Una presenza sempre più familiare, soprattutto nelle scuole: oltre l'8% degli studenti nell'anno scolastico 2011-2012, dato che continua ad aumentare a ritmo vertiginoso. Da Treviso a Napoli, questi giovani raccontano in prima persona l'esperienza quotidiana a cavallo fra due mondi: quello a cui appartengono stabilmente, ma che fatica a dare loro spazio, e quello di provenienza, lontano, diverso, a volte oppressivo, che spesso li rinnega. Ne scaturisce un ritratto abbastanza sorprendente e variegato. C'è la voglia di emergere, la tenacia e l'ottimismo di ragazze come Anwal, di famiglia pachistana, cresciuta a Reggio Emilia, fedele al velo islamico a dispetto di ogni diffidenza, che si è iscritta con molti sacrifici e superando tanti ostacoli a Medicina. C'è il disincanto di chi in Italia continua a sentirsi un estraneo, come molti giovani della comunità cinese di Prato, che respingono qualsiasi prospettiva di integrazione: "Gli italiani li vedo a scuola, per le strade: io dalla mia parte, loro dalla loro". O al contrario c'è il fiero senso di appartenenza alla nostra nazione di Christian, arrivato nella stessa città toscana dal Pakistan: "Chiedimi cosa sono e ti risponderò in un modo solo: sono italiano". E c'è chi sdegnosamente contesta qualsiasi "etichetta": "Non ho mai migrato, sono nata in Italia, per cui mi sento italiana" afferma in una lettera diventata famosa la giovanissima Laamia, genitori marocchini. A dominare, però, è la delusione per una realtà che troppe volte ha sbattuto loro le porte in faccia, il senso di una identità sospesa, incerta, "in bilico", come il futuro di questi ragazzi, su cui gravano i ritardi e le incongruenze della legislazione. Oggi infatti in Italia - unico fra i grandi Stati europei - ha diritto alla cittadinanza chi nasce da italiani, ovunque venga al mondo, ma fino ai 18 anni ne sono esclusi migliaia di ragazzi che nascono, crescono, vivono e si formano sul territorio nazionale. Quel milione di bambini e adolescenti resta così in mezzo al guado: stranieri nel Paese dove sono cresciuti proprio come in quello da dove arrivano i loro genitori. Siamo di fronte a un bivio decisivo: possiamo continuare a ignorare le giuste rivendicazioni dei giovani "di seconda generazione" alimentando una rabbia che potrebbe assumere forme violente come nelle banlieues parigine, o valorizzare questi nuovi concittadini come una preziosa risorsa per il futuro di tutti.
Non chiamatemi straniero : viaggio fra gli italiani di domani / Francesca Caferri
Milano : Mondadori, 2014
Abstract: Chi è italiano oggi? Solo chi nasce da genitori italiani o anche quei bambini e ragazzi, ormai oltre un milione, che nel nostro Paese vivono, studiano e crescono respirandone sin dall'infanzia la cultura e le tradizioni? Da questa domanda parte il viaggio di Francesca Caferri alla scoperta di quella che è stata definita la generazione Balotelli, i nuovi italiani di origine straniera. Una presenza sempre più familiare, soprattutto nelle scuole: oltre l'8% degli studenti nell'anno scolastico 2011-2012, dato che continua ad aumentare a ritmo vertiginoso. Da Treviso a Napoli, questi giovani raccontano in prima persona l'esperienza quotidiana a cavallo fra due mondi: quello a cui appartengono stabilmente, ma che fatica a dare loro spazio, e quello di provenienza, lontano, diverso, a volte oppressivo, che spesso li rinnega. Ne scaturisce un ritratto abbastanza sorprendente e variegato. C'è la voglia di emergere, il disincanto di chi in Italia continua a sentirsi un estraneo, il fiero senso di appartenenza alla nostra nazione, e chi sdegnosamente contesta qualsiasi etichetta. A dominare, però, è la delusione per una realtà che troppe volte ha sbattuto loro le porte in faccia, il senso di una identità sospesa, incerta, in bilico, come il futuro di questi ragazzi, su cui gravano i ritardi e le incongruenze della legislazione.
Oltre il velo: le nuove italiane
Mondadori, 21/01/2013
Abstract: Due figli, una tesi di laurea da completare, un marito che lavora, l'impegno per la famiglia e nella società civile. La vita di Khalida è come quella di molte altre italiane, eppure a lei spesso le persone rivolgono strane domande: dove hai imparato l'italiano? Da dove vieni? E soprattutto, perché porti il velo? Domande strane perché Khalida è italiana, anche se per avere la cittadinanza ha dovuto lottare contro la burocrazia. Le statistiche raccontano che oggi in Italia ci sono oltre un milione di giovani come lei: nati in Italia da genitori immigrati nel nostro paese oppure giunti da bambini a seguito delle famiglie. Di questo esercito di nuovi italiani, le ragazze di religione musulmana sono quelle su cui spesso si concentra buona parte dell'attenzione: forse con i loro veli colorati in testa sono l'esempio vivente dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nella nostra società. Equilibriste fra due mondi, pioniere involontarie di un futuro che sta nascendo sotto i nostri occhi. Nuove italiane, con un futuro tutto da scoprire e un presente da raccontare. Questi sono i loro ritratti.
Il paradiso ai piedi delle donne. Le donne e il futuro del mondo musulmano
Mondadori, 17/04/2012
Abstract: La manager si muove con decisione: firma documenti, controlla la mail sul BlackBerry, chiede aggiornamenti, convoca una riunione. Poi si accorge di essere in ritardo: dall'attaccapanni afferra un velo nero e chiama l'autista. Devono sbrigarsi, altrimenti farà tardi. Prima di partire si copre la testa con il velo e dal sedile posteriore dà indicazioni. Non può guidare l'auto che la porterà all'appuntamento: siamo in Arabia Saudita e nonostante diriga un gruppo dal fatturato milionario, Khlood al-Dukheil deve sottostare alle rigide regole del protocollo, che prevede che le donne si mostrino in pubblico solo velate e avvolte da una lunga tunica nera e non possano sedere al volante. Quello con Khlood al-Dukheil è solo uno degli incontri di questo libro: dall'Arabia Saudita allo Yemen, attraversando Egitto, Pakistan, Afghanistan e Marocco, Francesca Caferri, giornalista da sempre attenta a questi temi, ci guida in un viaggio nel mondo musulmano visto attraverso gli occhi femminili. Una serie di ritratti raccontano come il ruolo delle donne sia cambiato e perché non ci fosse nulla da stupirsi nel trovarle in piazza durante la Primavera araba: la premio Nobel per la Pace yemenita Tawakkol Karman, l'impiegata egiziana Asma Mahfouz, che con un video su YouTube ha portato migliaia di persone a manifestare contro il presidente Hosni Mubarak, le poliziotte afghane che devono combattere contro i loro stessi colleghi per lavorare e Nadia Yassine, la politica conservatrice che sfida Mohammed VI, re del Marocco. Pagina dopo pagina le protagoniste di questo libro distruggono stereotipi e ci spiegano perché, come disse Maometto, "il Paradiso è ai piedi delle madri". E delle donne. Seguire i loro passi è fondamentale anche per noi. Perché se la sfida sui diritti femminili è ancora aperta in molti paesi, in nessun luogo è importante come nel mondo musulmano: è dall'esito di questo braccio di ferro che si capirà chi vincerà lo scontro fra conservatori e riformisti. E quali scenari futuri si apriranno per questa regione del mondo così densa di contraddizioni.
Il paradiso ai piedi delle donne : le donne e il futuro del mondo musulmano / Francesca Caferri
Milano : Mondadori, 2012
Abstract: La manager si muove con decisione: firma documenti, controlla la mail sul BlackBerry, chiede aggiornamenti, convoca una riunione. Poi si accorge di essere in ritardo: dall'attaccapanni afferra un velo nero e chiama l'autista. Prima di partire si copre la testa con il velo e dal sedile posteriore dà indicazioni. Non può guidare l'auto che la porterà all'appuntamento: siamo in Arabia Saudita e nonostante diriga un gruppo dal fatturato milionario, Khlood al-Dukheil deve sottostare alle rigide regole del protocollo, che prevede che le donne si mostrino in pubblico solo velate e avvolte da una lunga tunica nera e non possano sedere al volante. Quello con Khlood al-Dukheil è solo uno degli incontri di questo libro: dall'Arabia Saudita allo Yemen, attraversando Egitto, Pakistan, Afghanistan e Marocco, Francesca Caferri, giornalista da sempre attenta a questi temi, ci guida in un viaggio nel mondo musulmano visto attraverso gli occhi femminili. Pagina dopo pagina le protagoniste di questo libro distruggono stereotipi e ci spiegano perché, come disse Maometto, il Paradiso è ai piedi delle madri. E delle donne. Seguire i loro passi è fondamentale anche per noi. Perché se la sfida sui diritti femminili è ancora aperta in molti paesi, in nessun luogo è importante come nel mondo musulmano: è dall'esito di questo braccio di ferro che si capirà chi vincerà lo scontro fra conservatori e riformisti. E quali scenari futuri si apriranno per questa del mondo così densa di contraddizioni.