Trovati 4 documenti.
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La guerra invisibile. Un viaggio sul fronte dell'odio contro i migranti
EINAUDI, 28/03/2023
Abstract: L'Europa conduce contro i migranti una guerra invisibile e silenziosa. Maurizio Pagliassotti ha viaggiato per seimila chilometri lungo questo fronte dell'odio. Perché il mondo deve sapere. Dalla rotta alpina italo-francese al confine turco-iraniano, Maurizio Pagliassotti, un brillante scrittore dalla penna acuminata, affronta un viaggio lungo seimila chilometri, in parte a piedi. E va alla scoperta dell'altro fronte di guerra interno, tra Europa e Asia minore: quello contro i migranti. Un fronte di lunga durata, ben piú di quello ucraino, ma molto piú nascosto o del tutto invisibile. Una guerra vittoriosa perché il nemico, il migrante, alla fine è battuto, ridotto a vivere nascosto e braccato in piccoli gruppi lungo la rotta dei Balcani o in Turchia. Il coraggioso progetto dell'autore è essere migrante tra i migranti, trafficante tra i trafficanti, anarchico tra gli anarchici: per raccontare aspirazioni, astuzie, sconforti e per dare un'idea molto da vicino di cosa sia il cuore oscuro dell'Europa. Un'idea sconosciuta a molti attori del dibattito pubblico e politico, che parlano e twittano sulla base di slogan e luoghi comuni.
La guerra invisibile : un viaggio del fronte dell'odio contro i migranti / Maurizio Pagliassotti
Einaudi, 2023
Abstract: L'Europa conduce contro i migranti una guerra invisibile e silenziosa. Maurizio Pagliassotti ha viaggiato per seimila chilometri lungo questo fronte dell'odio. Perché il mondo deve sapere. Dalla rotta alpina italo-francese al confine turco-iraniano, Maurizio Pagliassotti, un brillante scrittore dalla penna acuminata, affronta un viaggio lungo seimila chilometri, in parte a piedi. E va alla scoperta dell’altro fronte di guerra interno, tra Europa e Asia minore: quello contro i migranti. Un fronte di lunga durata, ben piú di quello ucraino, ma molto piú nascosto o del tutto invisibile. Una guerra vittoriosa perché il nemico, il migrante, alla fine è battuto, ridotto a vivere nascosto e braccato in piccoli gruppi lungo la rotta dei Balcani o in Turchia. Il coraggioso progetto dell’autore è essere migrante tra i migranti, trafficante tra i trafficanti, anarchico tra gli anarchici: per raccontare aspirazioni, astuzie, sconforti e per dare un’idea molto da vicino di cosa sia il cuore oscuro dell’Europa. Un’idea sconosciuta a molti attori del dibattito pubblico e politico, che parlano e twittano sulla base di slogan e luoghi comuni.
Bollati Boringhieri, 24/10/2019
Abstract: I giornali la chiamano "la rotta alpina", anche se ne parlano solo in occasione di qualche fatto straordinario: il ritrovamento di un cadavere, la dichiarazione di un politico, lo sconfinamento accidentale di una pattuglia francese. Sono i dodici chilometri che separano Claviere, l'ultimo paese italiano prima del confine, dalla cittadina francese di Briançon, attraverso il passo del Monginevro.Da quei dodici chilometri passa un'intera umanità che cerca la salvezza come i polmoni cercano l'aria. È un'umanità che non si può fermare, che non conosce ostacoli, infinitamente più forte e motivata di noi. Il loro percorso è iniziato mesi prima, a molte migliaia di chilometri di distanza. Dal ventre dell'Africa, masse di uomini e donne in fuga da guerra e fame, senza nulla da perdere, hanno affrontato la savana, hanno attraversato il Sahara, sono stati rinchiusi e torturati nei campi di internamento libici, sono saliti su barconi a malapena in grado di stare a galla e sono poi stati trattenuti in centri di raccolta italiani. Poi, alla spicciolata, sono arrivati fin quassù, a Claviere, in fuga anche da un'Italia che non li vuole e in cerca di un nuovo inizio, proprio come fecero, su quegli stessi dodici chilometri, i nostri emigrati del dopoguerra.In questo libro appassionato, scritto con una voce unica, Maurizio Pagliassotti ci racconta senza pudore quei sentieri alpini dopo averli setacciati per anni, per il suo mestiere di cronista e per spirito di cittadinanza. Attorno a quel percorso si mettono in mostra la condizione umana, le piccolezze, le miserie, le violenze, e insieme i grandi gesti d'amore e di giustizia. Ciò che resta, su quella striscia di confine e nei lettori di questo libro così lancinante perché vero, sono le ipocrisie dei mille discorsi d'occasione, le contraddizioni delle politiche sulla migrazione e l'evidenza, spietata, di uno snodo storico epocale."Ciò che voglio fare nelle prossime pagine è togliere la speranza" scrive Pagliassotti. "Creare un sentimento che porti alla resa incondizionata rispetto alla speranza che questa armata possa essere fermata. Il razzista e il fascista figli dell'alienazione devono sapere che il loro gioire di fronte ai barconi che affondano o ai migranti che muoiono divorati dai lupi nei boschi delle valli torinesi è solo un passatempo privo di speranza, che gli viene dato al fine di non pensare al suo mondo saccheggiato".
Bollati Boringhieri, 2019
Abstract: I giornali la chiamano «la rotta alpina», anche se ne parlano solo in occasione di qualche fatto straordinario: il ritrovamento di un cadavere, la dichiarazione di un politico, lo sconfinamento accidentale di una pattuglia francese. Sono i dodici chilometri che separano Claviere, l'ultimo paese italiano prima del confine, dalla cittadina francese di Briançon, attraverso il passo del Monginevro. Da quei dodici chilometri passa un'intera umanità che cerca la salvezza come i polmoni cercano l'aria. È un'umanità che non si può fermare, che non conosce ostacoli, infinitamente più forte e motivata di noi. Il loro percorso è iniziato mesi prima, a molte migliaia di chilometri di distanza. Dal ventre dell'Africa, masse di uomini e donne in fuga da guerra e fame, senza nulla da perdere, hanno affrontato la savana, hanno attraversato il Sahara, sono stati rinchiusi e torturati nei campi di internamento libici, sono saliti su barconi a malapena in grado di stare a galla e sono poi stati trattenuti in centri di raccolta italiani. Poi, alla spicciolata, sono arrivati fin quassù, a Claviere, in fuga anche da un'Italia che non li vuole e in cerca di un nuovo inizio, proprio come fecero, su quegli stessi dodici chilometri, i nostri emigrati del dopoguerra. In questo libro, Maurizio Pagliassotti ci racconta senza pudore quei sentieri alpini dopo averli setacciati per anni, per il suo mestiere di cronista e per spirito di cittadinanza. Attorno a quel percorso si mettono in mostra la condizione umana, le piccolezze, le miserie, le violenze, e insieme i grandi gesti d'amore e di giustizia. Ciò che resta, su quella striscia di confine e nei lettori di questo libro così lancinante perché vero, sono le ipocrisie dei mille discorsi d'occasione, le contraddizioni delle politiche sulla migrazione e l'evidenza, spietata, di uno snodo storico epocale.