Trovati 133 documenti.
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Mondadori, 25/02/2025
Abstract: Learco Ferrari fa lo scrittore ma fa anche tante altre cose. Ha una ragazza che si chiama Francesca, traduce dal russo, si preoccupa perché è ingrassato, gioca a free cell (e se ne vergogna), presenta i suoi libri in giro per l'Italia, cerca di risparmiare energie restringendo il suo quotidiano spazio di azione in un'area di deambulazione metropolitana. Soprattutto, scrive un romanzo. Anzi due. Solo che quel che scrive, la maggior parte, è tutta roba da buttar via.
Si chiama Francesca, questo romanzo
Mondadori, 25/02/2025
Abstract: Sopravvissuto al grave incidente che gli è costato mesi di ricovero al reparto Grandi Ustionati, Learco Ferrari è riuscito a diventare uno scrittore. Ma soprattutto è un convalescente, che - tra pensieri che vanno e che vengono, tutine speciali che le fanno solo in Irlanda, traduzioni di manuali russi, le storie del Mullà Nasrudìn, libri di filosofia sufi, quella sua amica là di Bologna che si chiama Francesca, e molto altro ancora - tenta di tornare a una vita normale. Anche se in fondo, non essere mica tanto normale può anche rivelarsi un pregio.
Mondadori, 2025
Abstract: "L'avvocato del diavolo" immagina un futuro distopico in cui la Russia è governata da un nuovo regime dopo l'improvvisa caduta del Leader Nazionale, chiara trasfigurazione dell'attuale presidente Putin. Il neoeletto governo, promettendo una rivoluzione democratica, lancia un piano di Ristrutturazione Totale per ridare speranza al popolo e all'Occidente. Quando Boris Turgencikov, uno scrittore dissidente perseguitato dal vecchio esecutivo, torna in Russia per assistere ai cambiamenti messi in atto al suono dello slogan "Onore e Onestà", resta invischiato in una surreale vicenda giudiziaria. Ingaggiato da una attivista dei diritti umani, si trova a fare da difensore al vicesegretario del morente Leader Nazionale, diventato il capro espiatorio, il diavolo, il vero fautore di tutte le nefandezze del vecchio regime. Nel corso del processo, emerge un quadro di manipolazione politica e propaganda del tutto identico a quello del regime precedente, e Boris scopre che la libertà tanto promessa è solo un'illusione. Boris Akunin riflette sul presente della Russia e, citando l'introduzione di Paolo Nori, "prova a immaginare un futuro possibile, in bilico tra la migliore e la peggiore delle ipotesi". Oltre che un'aperta denuncia dei fatti e delle persone reali che compaiono tra le pagine, "L'avvocato del diavolo" è nella sua essenza una satira spassosa e feroce contro tutti i regimi e contro ogni limitazione della libertà di espressione
[S.l.] : Rizzoli, 2025
Abstract: Non tutti sanno che da bambino Lev Nikolaevic Tolstoj era soprannominato "Leone il frignone". E a buona ragione: lui stesso racconta che scoppiava in lacrime continuamente. Ma forse ancora meno persone immaginano che Tolstoj continuò a piangere anche da adulto e per i motivi più diversi, come testimoniano le memorie dei suoi contemporanei e i diari che tenne fino alla morte. Katja Gušcina ne ha individuati 100 e li ha illustrati con uno stile ironico e originale, utilizzando foto dell'epoca. Ora anche voi conoscerete questo lato nascosto di Tolstoj. Che forse proprio grazie alle sue lacrime - di rabbia, felicità, paura, vergogna, compassione - è diventato il grande scrittore che sappiamo. Ma non vi preoccupate, il fazzoletto non serve. Questo libro, piuttosto, vi strapperà un sorriso. Prefazione di Paolo Nori.
Mondadori, 12/11/2024
Abstract: Raffaello Baldini è un poeta grandissimo eppure pochi sanno chi è, e di quei pochi pochissimi ne hanno riconosciuto la voce. Perché scrive nel bel dialetto di Sant'Arcangelo di Romagna? Ma no. Paolo Nori ci rammenta che è poeta enorme anche nel bell'italiano con cui il poeta ha sempre tradotto a pie' di pagina i suoi versi. E quante storie si trascinano appresso quei versi, quante immagini suscitano, quanti personaggi, quanto universo c'è in quel mondo apparentemente piccolo. Come sua consuetudine, Paolo Nori attraversa l'avventura poetica di Baldini quasi come non ci fosse altro intorno, di sé facendo il filtro di una bellezza che viene su come da un fontanile e fa paura, perché ci lascia straniti. Ecco che - non diversamente da quanto è accaduto con Dostoevskji e Achmatova - l'immaginazione di Baldini si scioglie dentro quella di Nori, fatta com'è di caratteri e di accadimenti apparentemente minimi: i morti che "non dicono niente e sanno tutto", gli uomini che invece di calarsi gli anni se li crescono, lo stare lì di una donna davanti alla circonvallazione per guardare "che passa il mondo". Fra spinte e controspinte, fra il "cominciamo pure" e il "continuiamo pure" che ricorrono a battere il ritmo, impariamo che, sempre più, la scrittura di Nori è la messa a fuoco progressiva di un carattere, il suo: il suo essere "coglione", il suo essere "bastiancontrario", il suo essere "matto come un russo", il suo essere innamorato di un poeta come Raffaello Baldini, il suo magone davanti alla casa dei Nori come fosse una scatola di bottoni, il suo stare a vedere la vita come va avanti a ogni svolto imprevisto dello stare al mondo.
Feltrinelli Editore, 15/10/2024
Abstract: "Anch'io avevo una figlia che eravamo amici, dopo poi abbiam litigato. Adesso, pensavo, quando mi vede, avrà paura di me."Il personaggio che racconta e dice "Io" ha compiuto quarant'anni. L'età della maturità. Ma che maturità? Una maturità che ha a che fare con la figlia, la scrittura, la sua Parma, la letteratura russa, la scrittura e gli episodi che la memoria (privata o pubblica che sia) non smette di modificare e contraffare – la vicenda della mamma che investe un maiale con la bicicletta, la scena di Pasternak che esce dalla sua dacia per andare a ricevere la celebre telefonata di Stalin. Fra il microcosmo del rapporto padre-figlia e della sua realtà trasfigurata dallo sguardo straniato dell'infanzia, e il macrocosmo parmigiano, dove la campagna elettorale per il sindaco allude a un'Italia nevrotica, incompetente e vittima della propria politica, prende forma il tema della responsabilità e delle scelte individuali. Ed è così, rapportando il piccolo al grande e il privato al pubblico, che Nori, come un reporter anarchico impegnato in una sua inchiesta personale, ci mette in guardia dal rischio di essere trasformati in inutili strumenti del potere.
Feltrinelli Editore, 18/06/2024
Abstract: "Non preoccuparti, che adesso a te, ci penso io, avevo detto a Chlebnikov nel novantatré.""Qui si parla di una città che si è chiamata nel tempo Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado e Pietroburgo. E di due ragazzi che c'erano arrivati nel 1912 per studiar matematica ma non gli interessava, la matematica, gli interessava diventar dei poeti, e in pochi mesi avevan fatto su una raccolta di poesie che, se fosse uscita qualche settimana prima, sarebbe stata rivoluzionaria e avrebbe cambiato la poesia russa del Novecento, e invece è uscita qualche settimana dopo e loro alla fine hanno rinunciato alla poesia son diventati oscuri funzionari di polizia e oscuri pope di provincia la cui gloria maggiore dicon sia stata essere entrati a volto coperto a casa di Majakovskij e avergli dato un fracco di legnate, ma chissà se è vero. E si parla poi di un poeta che, nel 1912, ha scritto una poesia che dice 'Quando stanno morendo, i cavalli respirano / Quando stanno morendo, le erbe si seccano, / Quando stanno morendo, i soli si spengono, / Quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni'."Paolo Nori
Mondadori, 16/04/2024
Abstract: A Mosca, nel giugno del 1880, Fëdor M. Dostoevskij tiene all'Associazione degli amanti della letteratura russa un discorso nel quale celebra Puškin come modello supremo dell'"uomo russo". Le sue trascinanti parole suscitano nell'uditorio un entusiasmo e una commozione senza precedenti. La dissertazione diventa immediatamente - e resterà a lungo - un caposaldo del dibattito intellettuale russo, diviso a proposito dei rapporti con l'Occidente tra chi vorrebbe un Paese emulo delle civiltà europee, gli occidentalisti, e gli slavofili che auspicano invece per la nazione russa un cammino autonomo. Due mesi più tardi lo stesso Dostoevskij pubblica il discorso sulla sua rivista "Diario di uno scrittore", e lo accompagna con un'introduzione e con la puntuale risposta alle critiche mossegli dal professor Gradovskij. I tre testi - qui presentati insieme alla conferenza tenuta nella stessa occasione da Turgenev, faro degli occidentalisti - sono introdotti da Paolo Nori che, grazie a una serie di fulminanti close-up, ricostruisce, oltre a quella epica giornata, la temperie culturale ed emotiva della Russia di fine Ottocento.
Laterza, 01/03/2024
Abstract: "Ci ha guardato con lo sguardo severo che hanno le russe quando guardano con lo sguardo severo, ci ha detto "Venite con me" e ci ha guidato su per le scale.""Ho cominciato a andare in Russia nel 1991, più di trenta anni fa e, in questi anni, credo di essere stato a Pietroburgo una ventina di volte. In questi venti viaggi sono stato forse tre volte in quello che, in occidente, è il più celebre dei musei russi, l'Ermitage, e più di venti volte, ventitré, credo, al Museo Russo. Non che mi dispiaccia, l'Ermitage, solo che, all'Ermitage, c'è l'arte occidentale, al Museo Russo c'è la più grande collezione al mondo di arte russa. E, fin dalla prima volta, ad attraversare le sale del Museo Russo mi è sembrato di leggere un libro di storia. Quando mi chiedono cosa ci dicono i romanzi di Dostoevskij sulla vita in Russia nell'Ottocento, a me vien da pensare che è vero, ci dicono molto, della vita in Russia nell'Ottocento, ma molto di più, mi sembra, ci dicono di noi, della nostra vita di adesso, del nostro coraggio e della nostra paura."
Mondadori, 30/01/2024
Abstract: Nell'anno di grazia 1999 Learco Ferrari, già protagonista di tre romanzi, riceve una visita luciferina e si fa inviato di Satana. Voleva fare il traduttore, lui, forse forse anche lo scrittore, e invece eccolo qui, è diventato diavolo. Il suo compito sarà quello di seminare zizzania e scandalo nella sua sonnolenta città della provincia emiliana, che all'improvviso diventa il palcoscenico di una trascinante sarabanda dal ritmo sincopato, un due tre, un due tre, tra tic e rituali, telefonate e letteratura, gatti, anarchici e dizionari. Senza alcun freno, il diavolo Learco divide, scompiglia, calunnia, imbroglia chiunque gli capiti a tiro, portando ovunque caos e allegria.
Mondadori, 30/01/2024
Abstract: Protagonista di questo libro allegro e disperato è Learco Ferrari, scrittore ormai non più aspirante nonché alter ego dell'autore, giunto alla quinta puntata della sua saga. Vittima di un incidente automobilistico, si trova ricoverato nel reparto Grandi ustionati dell'ospedale di Parma, dove deve riapprendere i gesti della quotidianità. Un romanzo medico molto sui generis, pieno di situazioni paradossali che restituisce, attraverso una folla di voci e volti, il totale nonsense della realtà.
Chiudo la porta e urlo : romanzo / Paolo Nori
Mondadori, 2024
Abstract: "Stupefatto del mondo mi giunse un'età che tiravo dei pugni nell'aria e piangevo da solo", versi di Cesare Pavese che Paolo Nori porta con sé come un mantra, un'eco di un'età perduta che desidera rivivere. "Ma chi ti credi di essere?", si domanda lo scrittore quando la penna gli sfiora la carta. I suoi romanzi sono un vortice di domande e voci, affermazioni e contraddizioni, nati dall’incontro con compagni d'eccezione come Achmatova e Dostoevskij. E ora, in questo nuovo viaggio letterario, Nori incontra Raffaello Baldini, uno dei più grandi poeti italiani, cantore delle ossessioni del vivere nel dialetto di Sant'Arcangelo di Romagna. Le ossessioni di Baldini si fondono con quelle di Nori, dando vita a un'opera che ci conduce nel cuore della provincia italiana, un "paradiso popoloso” dove personaggi e vicende quotidiane si aprono all'abisso dell’esistenza. Attraverso un continuo gioco di spinte e controspinte, e i ritornelli del "cominciamo pure" e "continuiamo pure", Nori ci conduce in un viaggio alla scoperta del suo carattere. La sua scrittura ci mostra il suo essere "coglione", il suo spirito "bastiancontrario", il suo piangere come un russo, e il suo osservare la vita nelle sue imprevedibili svolte. "Chiudo la porta e urlo” è un'opera che intreccia magistralmente dialetto e poesia
Mondadori, 2024
Abstract: Nell'anno di grazia 1999 Learco Ferrari, già protagonista di tre romanzi, riceve una visita luciferina e si fa inviato di Satana. Voleva fare il traduttore, lui, forse forse anche lo scrittore, e invece eccolo qui, è diventato diavolo. Il suo compito sarà quello di seminare zizzania e scandalo nella sua sonnolenta città della provincia emiliana, che all'improvviso diventa il palcoscenico di una trascinante sarabanda dal ritmo sincopato, un due tre, un due tre, tra tic e rituali, telefonate e letteratura, gatti, anarchici e dizionari. Senza alcun freno, il diavolo Learco divide, scompiglia, calunnia, imbroglia chiunque gli capiti a tiro, portando ovunque caos e allegria.
Mondadori, 2024
Abstract: Protagonista di questo libro allegro e disperato è Learco Ferrari, scrittore ormai non più aspirante nonché alter ego dell'autore, giunto alla quinta puntata della sua saga. Vittima di un incidente automobilistico, si trova ricoverato nel reparto Grandi ustionati dell'ospedale di Parma, dove deve riapprendere i gesti della quotidianità. Un romanzo medico molto sui generis, pieno di situazioni paradossali che restituisce, attraverso una folla di voci e volti, il totale nonsense della realtà.
Una notte al Museo russo / Paolo Nori
Laterza, 2024
Abstract: «Ho cominciato a andare in Russia nel 1991, più di trenta anni fa e, in questi anni, credo di essere stato a Pietroburgo una ventina di volte. In questi venti viaggi sono stato forse tre volte in quello che, in occidente, è il più celebre dei musei russi, l’Ermitage, e più di venti volte, ventitré, credo, al Museo Russo. Non che mi dispiaccia, l’Ermitage, solo che, all’Ermitage, c’è l’arte occidentale, al Museo Russo c’è la più grande collezione al mondo di arte russa. E, fin dalla prima volta, ad attraversare le sale del Museo Russo mi è sembrato di leggere un libro di storia. Quando mi chiedono cosa ci dicono i romanzi di Dostoevskij sulla vita in Russia nell’Ottocento, a me vien da pensare che è vero, ci dicono molto, della vita in Russia nell’Ottocento, ma molto di più, mi sembra, ci dicono di noi, della nostra vita di adesso, del nostro coraggio e della nostra paura.»
Mondadori, 14/11/2023
Abstract: Con grande soddisfazione di nonna Carmela, Learco Ferrari si è laureato - letteratura russa - e ora sogna di pubblicare un romanzo autobiografico, Gli ultimi giri di Learco Ferrari. Siccome la strada che separa i sogni dalla necessità di campare è lunga, l'aspirante scrittore lavora come consulente linguistico free-lance per un'azienda di import-export, due-tre giorni la settimana. È un lavoro che non gli piace; preferisce suonare la tromba nell'improbabile gruppo dei Bogoncelli, musicisti e narratori. E stare con la sua ragazza, Bassotuba, anche se forse è meglio la gatta Paolo... Originale, dissacrante, insieme dolceamaro e divertentissimo, Le cose non sono le cose racconta senza pudore una storia di resistenza umana in cui il quotidiano diventa surreale.
Feltrinelli Editore, 10/10/2023
Abstract: "'Ma perché, vuoi fare un libro su questa storia?' 'Perché è una storia che mi commuove.'""Un libro che ricostruisce quello che è successo nella Piazza dei Teatri di Reggio Emilia il 7 luglio del 1960. È un libro sulla violenza dello stato, ma è anche un libro sull'educazione dei bambini, ed è anche un libro sulle cose che scompaiono, sulla memoria, e su come la coltivano in certe isolate comunità che meno male che ci sono, e su come se ti uccidono un fratello quando hai diciassette anni è un po' come quando ti nasce un figlio, e poi è anche un libro sull'Emilia, e, tutto sommato, adesso che ci penso, in un certo senso, se non fosse un'espressione abusata, si potrebbe anche dire che è un romanzo d'amore."Paolo Nori
Marcos y Marcos, 05/07/2023
Abstract: Sulla Terra regna la pace, città cristalline, acque fresche e pescose, libri, arte e ricerca sopra ogni cosa.Pianeti lontani, invece, sono oppressi da un feudalesimo dai toni molto grigi, con gli studiosi sulla forca, adulazione e vanità nei palazzi, terrore e sciatteria per le strade.Anton è un esploratore inviato dalla Terra, mascherato da don Rumata, di nobile casata.Dal cerchio d'oro che porta sulla testa, una telecamera trasmette sulla Terra immagini di miserie e crudeltà.Anton è forte, ha mani grandissime, è il migliore spadaccino del pianeta.Ma intervenire non può; la sua missione è documentare, e portare in salvo studiosi e scienziati.Servirebbe a qualcosa, intervenire? E come? Con i rivoltosi che in fretta si trasformano in nuovi oppressori?È difficile essere un dio.Milioni di copie vendute in Russia, traduzioni in tutto il mondo: la fantascienza non è mai stata tanto attuale.
Vi avverto che vivo per l'ultima volta. Noi e Anna Achmatova
Mondadori, 21/02/2023
Abstract: "E noi, che cosa stiamo diventando? E io, cosa sono diventato?" si chiede Paolo Nori. E la risposta viene da una lontananza che in verità brucia distanze e porta con sé, come fosse turbine di visioni, di fatti, di sentimenti, e naturalmente di poesia, la vita di Anna Achmatova."Vogliamo raccontare" dice Nori "la storia di Anna Achmatova, una poetessa russa nata nei pressi di Odessa nel 1889 e morta a Mosca nel 1966. Anche se Anna Achmatova voleva essere chiamata poeta, non poetessa, e non si chiamava, in realtà, Achmatova, si chiamava Gorenko; quando suo padre, un ufficiale della Marina russa, seppe che la figlia scriveva delle poesie, le disse "Non mischiare il nostro cognome con queste faccende disonorevoli". Allora lei, invece di smettere di scrivere versi, pensò bene di cambiar cognome. E prese il cognome di una sua antenata da parte di madre, una principessa tartara: Achmatova." Anna era una donna forte, una donna che, "con la sola inclinazione del capo - come ebbe a dire Iosif Brodskij, suo amico e futuro premio Nobel - ti trasformava in homo sapiens". "Suora e prostituta" per i critici sovietici, esclusa dall'Unione degli scrittori, privata degli affetti più cari, diventata, durante la Seconda guerra mondiale, la voce più popolare della Russia sotto l'assedio nazista, indi rimessa al bando, sorvegliata, senza mezzi. Ha profuso ostinazione e fermezza. Ha patito come patiscono le anime che, anche quando cedono, non cedono. Non ha smesso di scrivere, anche quando la sua poesia si poteva soltanto passare di bocca in bocca. Ha saputo, alla fine della sua vita, essere quel che voleva diventare: la più grande poetessa, anzi, il più grande poeta russo dei suoi tempi.Dopo essere entrato in quella di Dostoevskij, Nori entra in un'altra vita incredibile, ma questa volta ci rendiamo conto che, nell'avvicinare Anna a noi come siamo diventati, e noi alla Russia come è diventata, ci troviamo di fronte a un'urgenza crudele, a una figura che ci guarda, ci riguarda, e ci tocca più forte dove siamo ancora umane creature.
Le avventure di Guizzardi. Storia di un senza famiglia
Feltrinelli Editore, 06/01/2023
Abstract: Guizzardi detto Danci è una sorta di Pinocchio adulto, che scivola lungo una serie di avventure comiche e surreali tra pericolose e irascibili vedove, vecchi laidi e taccagni, fantasmi scorbutici, condòmini che tramano nell'ombra, indovini e violinisti matti. Su tutti Guizzardi posa lo sguardo stralunato di chi vede il mondo per la prima volta, non dà nulla per scontato e non conosce il parametro della normalità comunemente intesa. La precarietà con cui abita l'esistenza è la stessa con cui si esprime: il suo è un linguaggio traballante e sbilenco, ma che proprio in virtù del suo essere "fuori asse" regala a Guizzardi un'autenticità e un genio inaspettati che rendono questo libro molto più che una commedia à la Buster Keaton. Come dice Paolo Nori nella sua prefazione, nel susseguirsi delle peripezie di Danci "c'è la miseria dei nostri pranzi e delle nostre vite geometrili, quella forza terribile e innominabile che ci costringe a stare insieme anche quando non ci sopportiamo, ci sono le nostre tristi, insignificanti esistenze che sono tutto quello che abbiamo."