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Doppio scatto. Una città riflessa
La nave di Teseo, 23/08/2024
Abstract: "Questo libro usa due linguaggi e li mette a confronto: la fotografia e la letteratura. Gli scatti visivi sono appunti visuali, simili a quelli che i viaggiatori di una volta prendevano disegnando. Gli scatti verbali sono altrettanto snelli, veloci e sintetici. Il lettore inoltrandosi in questa sorta di cinema di apparizioni entrerà in contatto con una città che di sicuro è Napoli; allo stesso tempo, però, gli verrà spesso da sospettare che Napoli sia anche l'emblema di tutte quelle città in cui la storia e la natura si sono stratificate a lungo. Uno sguardo fattosi voce narrante e descrittiva lo guiderà per scale, anfratti, scorci, paesaggi e memorie, rintanandosi nel silenzio ogniqualvolta la scoperta sarà fatta propria da chi legge e allo stesso tempo guarda. "La Città che compare in Doppio scatto tende a sottrarsi allo sguardo, fugge, forse perché teme i tanti discorsi e le tante immagini che l'hanno letteralmente sommersa rendendola quasi invisibile. Se si ha la pazienza di mettersi in ascolto lascia venire allo scoperto non solo lei così com'è, ma anche tutte le altre città nascoste che vivono nel suo grembo." "Silvio Perrella si è inventato un nuovo territorio letterario, una Napoli nascosta da lui resa visibile e raccontata con un doppio scatto, fotografico e letterario." Raffaele La Capria"
Laterza, 07/07/2023
Abstract: Questo non è proprio un saggio, ma un romanzo in cui il protagonista – Italo Calvino – è al tempo stesso un uomo in carne e ossa e un fantasma, uno scrittore realmente esistito e una finzione narrativa.Marco BelpolitiCalvino non amava parlare di sé direttamente, ma attraverso lo schermo delle immagini. Silvio Perrella ne ha interrogate alcune, le ha connesse tra loro e ha scoperto che in molte di esse si nascondono dei veri e propri autoritratti. "Avevo tenuto così a lungo con me la possibilità di scrivere un libro su Calvino, che quando davvero lo scrissi fu come acciuffare una cometa per la coda". Dagli anni Quaranta agli Ottanta del Novecento, il giovane, baldanzoso e iperattivo Calvino si trasforma in un malinconico Prospero della letteratura che desidererebbe dismettere le armi della finzione per tornare a essere lettore tra i lettori. La sua è la storia di una metamorfosi oscura e affascinante che s'intreccia con l'evoluzione della letteratura italiana e internazionale.
Bompiani, 23/01/2019
Abstract: Il lettore italiano che ha amato Lo straniero e La peste potrà con L'estate e altri saggi solari aggiungere ai primi due un nuovo classico ancora tutto da scoprire.Albert Camus è uno dei due protagonisti di quella che è stata definita "la più famosa polemica personale di tutto il dopoguerra", quella con Sartre. All'origine di quel feroce dissenso ci fu L'uomo in rivolta, il libro nel quale Camus articolava la possibilità di un pensiero meridiano che potesse contrapporsi al nichilismo dilagante nel mondo occidentale. Prima, durante e dopo quel suo lavoro, Camus andò pubblicando alcuni scritti che chiamò "saggi solari", raccogliendoli in Nozze e ne L'estate. Scritti che, come sostiene nell'introduzione Silvio Perrella, "lasciano nel non detto la teoria del pensiero, e si avventurano nel mondo dei sensi". È un Camus meno noto al grande pubblico, che qui viene offerto nella sua organicità, accostando a quelli già pubblicati in italiano altri scritti mai prima d'ora tradotti, l'ultimo dei quali è proprio il testo in cui lo scrittore difende L'uomo in rivolta dalle accuse mossegli dai suoi antagonisti.
La gloria / Giuseppe Berto ; postfazione di Silvio Perrella
2. ed.
Pozza, 2019
Firenze : Bompiani, 2019
Tascabili Bompiani ; 867
Abstract: Albert Camus è per i lettori soprattutto l'autore de Lo straniero e de La peste. Ed è anche uno dei due protagonisti di quella che è stata definita la più famosa polemica personale di tutto il dopoguerra, quella con Sartre. All'origine di quel feroce dissenso ci fu L'uomo in rivolta, il libro nel quale Camus articolava la possibilità di un pensiero meridiano che potesse contrapporsi al nichilismo dilagante nel mondo occidentale. Prima, durante e dopo quel suo lavoro, Camus andò pubblicando alcuni scritti che chiamò saggi solari, raccogliendoli in Nozze e ne L'estate; scritti che come sostiene nell'introduzione Silvio Perrella, lasciano nel non detto la teoria del pensiero, e si avventurano nel mondo dei sensi.
Bompiani, 07/11/2018
Abstract: Dal 1935 alla morte Albert Camus tenne in modo irregolare dei quaderni.Al centro di ogni riflessione si colloca la scrittura: progetti, brogliacci, citazioni tratte dalle opere lette, annotazioni di viaggio, riflessioni, che spesso si trasformano in un vero e proprio diario molto personale. Più di un'autobiografia involontaria, questi testi ci permettono di penetrare nel laboratorio creativo del grande scrittore.
Neri Pozza, 10/09/2018
Abstract: Un mese, l'estate, un luogo marino e boscoso che si chiama Qui: ecco gli elementi primi con i quali è composto questo racconto. E a movimentare il tutto un sentimento insieme arcaico e modernissimo come la paura. Il protagonista è un nuotatore. Ogni giorno congiunge a forza di bracciate due punti di una baia. Va a stile libero; e torna a dorso. Mentre il corpo è in movimento, i pensieri della paura si fanno largo. E accanto alle paure naturali, quelle di sempre, quelle che ci hanno fatti ciò che siamo, appaiono nel suo narrare le paure industriali, quelle fabbricate ad arte, che non hanno un oggetto preciso e si mettono tra noi e gli altri come un'erba infestante, separandoci e facendoci soli e dispersi: sudditi della dittatura della paura. A Qui le paure naturali vanno a piede libero. E proprio per questo è possibile scorgere, almeno per un mese, un modo diverso e relazionale di confrontarsi con il loro esistere. Nuotando, leggendo, ascoltando gli altri, raccogliendo racconti e poesie, facendosi accompagnare dalle favole, dal mare e dal vento, Silvio Perrella intarsia un libro in cui a ogni parola corrisponde un sentimento, come era già avvenuto in Giúnapoli. E scrive la sua opera piú sottile e sensuale, dove il racconto, la meditazione e l'azione si fondono in un solo gesto.
Di terra e mare / Raffaele La Capria, Silvio Perrella
Laterza, 2018
Abstract: Muovendo da pensieri che vengono da lontano, Raffaele La Capria e Silvio Perrella intrecciano le loro voci sulla felicità e il rimpianto, sull'amore e il desiderio, sul perdersi e il ritrovarsi, sulle parole e i silenzi, sul mare e l'abbandono. Ne scaturisce un dialogo insieme ironico e malinconico, che potrebbe essere scambiato per le battute di un romanzo tratto direttamente dal disordine della vita.
Pozza, 2018
Abstract: Il protagonista è un nuotatore. Ogni giorno congiunge a forza di bracciate due punti di una baia. Va a stile libero; e torna a dorso. Mentre il corpo è in movimento, i pensieri della paura si fanno largo. E accanto alle paure naturali, quelle di sempre, quelle che ci hanno fatti ciò che siamo, appaiono nel suo narrare le paure industriali, quelle fabbricate ad arte, che non hanno un oggetto preciso e si mettono tra noi e gli altri come un’erba infestante, separandoci e facendoci soli e dispersi: sudditi della dittatura della paura. A Qui le paure naturali vanno a piede libero. E proprio per questo è possibile scorgere, almeno per un mese, un modo diverso e relazionale di confrontarsi con il loro esistere.
Neri Pozza, 17/11/2017
Abstract: "Sognavo un romanzo ambizioso e bellissimo e l'ho scritto pensando ai giovani e a tutti coloro che non credono in Dio, ma sentono l'angoscia di non crederci".Cosí Giuseppe Berto accompagnò la pubblicazione, nel settembre 1978, di questo libro ritenuto oggi, a distanza di quasi quarant'anni dalla sua uscita, una delle grandi opere del nostro Novecento. I temi che attraversano l'intero corpus della produzione dello scrittore veneto – la commistione di bene e male, la colpa insita nel fatto stesso di esistere, la necessità di "misurarsi ogni giorno con l'eternità, o con l'assenza di eternità" – si ritrovano tutti in queste pagine e ne fanno una delle piú alte espressioni della poetica e dello stile dell'autore del Male oscuro.Il romanzo si presenta nella forma di un monologo di Giuda Iscariota, un Giuda onnisciente che ha già varcato la soglia della vita e conosce l'intero corso della storia successivo al tempo della predicazione di Cristo, poiché cita pensatori e uo-mini del mondo moderno. È il racconto di un animo inquieto che narra la sua "umana" vicenda di giovane rivoluzionario, "legato agli zeloti per cospirazione e fuggito dalla città santa per scampare alla croce". Un giovane che, dopo aver vagato per le terre d'Israele ansioso di capire "se ci fosse davvero un eterno o non piuttosto un infinito vuoto", si imbatte in Cristo, "il piú bello tra i figli degli uomini", con addosso quella maestà della quale è sempre "incerto se sia cosa terrena o divina". Un giorno, Cristo lo guarderà, "inquisitivo e vincolante", e gli dirà: "Non immagini quale croce sarai chiamato a portare. Quando avrò bisogno di morte, lo dirò". E, un giorno, lui Lo tradirà.Luca, Marco, Matteo racconteranno di lui, Giuda Iscariota, ricorrendo all'astrattezza di un simbolo, il simbolo del male, ignari della sua intima complicità con il Messia dei Messia, della necessità del tradimento perché risplenda la Gloria di Cri-sto, della necessità stessa della morte perché avvenga la resurrezione.Come osserva Silvio Perrella nella postfazione alla presente edizione, in quest'opera di "radicale potenza" Berto scrive "come se ci strappasse fuori dalle Scritture, invitandoci a ficcare gli occhi in noi stessi, facendolo nel modo d'essere degli esseri viventi"."Un'opera di grande rilevanza stilistica e tematica […] un libro arduo e nettissimo, frutto di una continua rilettura delle "Scritture dell'Eterno"".Silvio Perrella"Nella vicenda di Giuda che racconta al mondo il gesto di tradire Cristo e nello stesso tempo domanda compassione, pietà, rispetto, comprensione, Berto […] ripercorre l'esperienza di faticosa solitudine a cui sono chiamati tutti gli uomini sin dall'alba dei tempi, anche i non credenti, posti di fronte al mistero del divino e del soprannaturale".Giuseppe Lupo, L'Avvenire"Berto è stato il piú grande scrittore della seconda parte del Novecento italiano".Cesare De Michelis
Poema umano / Danilo Dolci ; postfazione di Silvio Perrella
Messina : Mesogea, 2016
Abstract: Dopo anni di assenza, torna finalmente in libreria la raccolta poetica – pubblicata da Einaudi nel 1974 – in cui Danilo Dolci dà «forma unitaria a una materia unitaria»: i versi che ha scritto dal suo arrivo in Sicilia e che sono spesso stati occasione di confronto tra quanti partecipavano alle attività che animava verso un mondo nuovo.
Neri Pozza, 13/11/2015
Abstract: Per uno straniero ogni città è come un labirinto pieno di inquietudini e paure dove a ogni passo si corre il rischio di perdersi. Straniero a Napoli, la città dei mille clamori e silenzi, della luce e del buio, dell'alto e del basso, del naufragio e della bellezza, e di tutti i contrasti possibili e immaginabili, il protagonista di queste pagine muove i suoi passi per le strade della metropoli del Sud trascinando con sé un filo. Un filo che riconnette, come ha scritto Elena Ferrante, "i luoghi disintegrati delle emozioni ", e tesse continuamente la domanda: qual è la forma di Napoli, la sua natura sfuggente che riduce puntualmente a cenere ogni sua immagine e rappresentazione? Dialoghi, incontri, visioni: nessun aspetto della città, delle sue leggende e dei suoi destini sfugge all'interrogazione dello straniero. C'è la Napoli che si può guardare con gli occhi rivolti al cielo, la città arrampicata sulla collina, piena di luce inaspettata e bianca. C'è la città in cui la luce s'illividisce all'improvviso, e all'improvviso conduce nella dimensione onirica dell'incubo. C'è la Napoli che si vede solo dall'alto e la Napoli che si vede solo dal basso. C'è la Napoli del ventre e quella dell'aria che ti sveltisce il cuore, la città frenetica e loquace, pronta allo scambio promiscuo e plurimo, lesta nello scoprire l'arte del meticciato, e quella della sporcizia e del vicolo, muta, sotto il peso di una colonna d'ingiustizia inemendabile. C'è la Napoli che sembra una stazione dalla quale non passano più treni, un binario morto della Storia, una città tribale, costretta a un'illegalità pulviscolare, e c'è la metropoli multietnica spalancata sul Mediterraneo… E tutte queste città sono racchiuse nella forma sfuggente, inafferrabile ma ben visibile della Città: la forma dentro la quale ognuno ha la necessità di rapportarsi, anche se non lo sa, e per la quale, se si rivolta il tappeto del mondo e se ne scorge per un istante la tessitura, è impossibile "non sperare che il filo di Napoli s'intrecci sempre più fittamente a tutti gli altri"."Il Giùnapoli di Perrella non rientra in nessuna delle categorie dei libri di solito dedicati a Napoli".Bernardo Valli, la Repubblica"Con la pazienza del filologo e lo stupore del poeta, Perrella percorre in lungo e largo Napoli, e intanto racconta il suo rapporto con la città, dalla a alla zeta. Un gran bel libro".Giuseppe Bonura, L'Avvenire"Giùnapoli è un libro di scorci. Il tempo è il sottile protagonista, tempo inesorabilmente fuggito, così il tono è dato dalla malinconia: di sé, di Napoli, delle città in cui è vissuto, della propria famiglia (bellissima la figura del padre), degli amici".Marco Belpoliti, L'Espresso
Asparagi e immortalità dell'anima
BUR, 24/07/2013
Abstract: Asparagi e immortalità dell'anima, una lunga serie di racconti di poche pagine. Scritti con grazia straordinaria, sospesi tra l'umoristico e il patetico. A storie nonsense si alternano storie di puro divertimento con i monumenti a passeggio nella città deserta, acute analisi psicologiche, piccole ma complete fisiologie del matrimonio.Campanile non smentisce la sua fama di scrittore raffinato che sottopone alla sua lente di ingrandimento i luoghi comuni e i cliché del nostro tempo.
Bompiani, 03/04/2013
Abstract: Ho combattuto quattro mesi sul fronte aragonese nella milizia del POUM e sono stato ferito piuttosto seriamente, ma per fortuna senza conseguenze. [...] Quanto ho visto in Spagnae quanto ho visto da allora del funzionamento interno dei partiti politici di sinistra, mi hanno ispirato un orrore per la politica. [...] Per sentimento sono definitivamente di "sinistra", ma sono convinto che uno scrittore può rimanere onesto solo se si mantiene libero da etichette di partito. Gli scrittori che amo di più e di cui non mi stanco mai sono Shakespeare, Swift, Fielding, Dickens, Charles Reade, Samuel Butler, Zola, Flaubert, e, fra i moderni, James Joyce, T.S. Eliot e D.H. Lawrence.Ma penso che lo scrittore moderno che mi ha maggiormente influenzato sia Somerset Maugham, che ammiro immensamente per la sua capacità di raccontare una storia in modo diretto e senza fronzoli. Al di fuori del mio lavoro la cosa che amo di più è il giardinaggio, in particolare l'orticoltura. Mi piacciono la cucina e la birra inglesi, i vini rossi francesi, i vini bianchi spagnoli, il tè indiano, il tabacco forte, i fuochi di carbone, la luce di candela e le sedie comode. Non mi piacciono le grandi città, il rumore, le macchine, la radio, il cibo in scatola, il riscaldamento centrale, e i mobili "moderni". I gusti di mia moglie coincidono quasi perfettamente coi miei. La mia salute è malferma, ma non mi ha mai impedito di fare qualcosa che ho voluto fare, tranne, finora, combattere nella guerra attuale. Dovrei ricordare che, anche se questa descrizione che ho dato di me stesso è fedele, George Orwell non è il mio vero nome...(Autoritratto dell'Autore, aprile 1940)Nuova edizione ampliataa cura di Silvio Perrella
Il fu Mattia Pascal / Luigi Pirandello ; introduzione di Silvio Perrella ; cura di Antonio Gagliardi
13. ed.
Feltrinelli, 2013
Abstract: Con questo romanzo, scritto nel 1904, Pirandello scrisse la prima grande metamorfosi della letteratura contemporanea. Mattia, bibliotecario ligure, detestato dalla moglie e dalla suocera, casualmente diventa ricco e, grazie a uno scambio di persona, inizia un viaggio che lo condurrà alla follia in una stanza dove un misterioso affittacamere, Anselmo Paleari, favorirà i suoi sdoppiamenti e le sue vertigini esoteriche in una spirale senza uscita, per molti versi simile a quella di Gregorio Samsa nella Metamorfosi di Kafka. Introduzione di Silvio Perrella.
Inchiesta a Palermo / Danilo Dolci ; introduzione di Aldous Huxley ; con una nota di Silvio Perrella
4. ed
Palermo : Sellerio, 2013
Abstract: Inchiesta a Palermo fu pubblicato nel 1956 da Einaudi. A tanta distanza, resta un testo così strabiliante e impressionante che si è portati a chiedersi che cosa emergerebbe della città attuale se esistesse, oggi, un Danilo Dolci. La sociologia del Gandhi italiano non è solo fatta di cifre e statistiche (che pure ci sono ma funzionanti come a supporto di vivide rappresentazioni sociali finalizzate a trasmettere una scossa etica attraverso la conoscenza oggettiva). È costruita mediante il parlare vivo dei diversi soggetti umani che raccontano con la voce autentica la loro condizione. E questa condizione non è descritta: è narrata. È una storia. Così questo libro è fatto di lancinanti storie dal limite. E questo limite separa dal mondo normale quello fatto di due pasti, un tetto, un lavoro, una famiglia regolare, un tran tran prevedibile, eccetera - una quantità paurosamente elevata di persone (lo dicono le cifre). Strutturalmente il libro è diviso in due parti. Nella prima, i protagonisti rispondono a lungo a domande generali che indagano la loro concezione del mondo; nella seconda, altri protagonisti (della città o della provincia) raccontano le loro storie esemplari. A parte sono presentati i dati statistici. Lo scopo di Dolci non era soltanto quello del sociologo militante che intende divulgare una realtà terribile avviandone il cambiamento per mezzo della conoscenza. Voleva anche, da antropologo, preservare nel tempo una cultura popolare...
Dobbiamo didobbedire / Goffredo Parise ; a cura di Silvio Perrella
Milano : Adelphi, 2013
Abstract: La borghesia, il sesso, il divorzio, l'aborto, la pornografia, la politica insomma: l'Italia com'è, e come potrebbe essere se solo lo volessimo - nelle risposte di Parise ai lettori del Corriere della Sera. Risposte limpide, ribelli, bruscamente poetiche, come si addice a un grande scrittore.
Lo straniero / Albert Camus ; traduzione di Alberto Zevi ; con una nota di Silvio Perrella
Milano : Bompiani, 2013
Abstract: Pubblicato nel 1942, Lo straniero, un classico della letteratura contemporanea, sembra tradurre in immagini quel concetto dell'assurdo che Albert Camus andava allora delineando e che troverà teorizzazione nel coevo Il mito di Sisifo. Protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo. Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente Meursault uccide un arabo. Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto - il processo e la condanna a morte - senza cercare giustificazioni, difese o menzogne. Come Sisifo, Meursault è un eroe assurdo: la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e di sentire. E una verità ancora negativa, ebbe a scrivere Camus in una prefazione per un'edizione americana dello Straniero, senza la quale però nessuna conquista di sé e del mondo sarà mai possibile.
Milano : Isbn, 2011
Abstract: Il professor Savasta insegna francese in una scuola superiore di provincia. Fin da subito conturbato dal morbido universo femminile che lo circonda, cade preda di un'incontrollabile, feroce attrazione per l'allieva Spadoni. Il professore sprofonda in un'ossessione che lo conduce a inseguire la sottana della Spadoni, alla continua ricerca di un contatto, di una promessa. Si consumano così una serie di incontri mai risolti, intrisi di un erotismo così grottesco e iperbolico che all'uscita del libro, nel '69, suscitò le parole entusiastiche di scrittori come Bassani, Caproni e Flaiano.
Nuova ed., con l'aggiunta di una introduzione
Roma ; Bari : Laterza, 2010
Abstract: Calvino non amava parlare di sé direttamente, ma attraverso lo schermo delle immagini. Silvio Perrella ha interrogato alcune di queste immagini e le ha connesse tra loro. E ha scoperto che in molte di esse si nascondono dei veri e propri autoritratti. Il suo libro segue quindi la parabola che porta, dal Sentiero dei nidi di ragno alla Giornata di uno scrutatore, dalla trilogia araldica a Palomar, il giovane e iperattivo Calvino a diventare il malinconico sosia di se stesso. È questa la storia di una metamorfosi oscura e affascinante che si intreccia con l'evoluzione della letteratura italiana e internazionale. E che non nasconde una radicale disillusione nei confronti della politica come mezzo per cambiare in meglio la vita degli uomini.