Abstract: C'era stato un tempo in cui Cicerone teneva in pugno Giulio Cesare. Ma ora è quest'ultimo ad avere il comando e Cicerone, il più grande oratore dell'Impero romano, è un uomo distrutto. Destituito da ogni potere, privato di tutti i suoi beni, separato dalla moglie e dai figli, si trova in esilio con il fidato segretario Tirone, tormentato dalla consapevolezza di aver sacrificato il potere per salvaguardare i suoi principi. Ma quando tutto sembra perduto, Cicerone decide coraggiosamente di far ritorno a Roma e per un breve e glorioso periodo riconquista il Senato, tornando a essere la figura politica dominante. Ma nessun uomo di Stato, per quanto abile e scaltro, può proteggersi dall'ambizione e dalla corruzione. "Dictator" è il terzo e ultimo romanzo della trilogia dedicata da Robert Harris alla figura di Cicerone, dopo "Imperium" e "Conspirata", e abbraccia alcuni deli eventi più epici della storia dell'umanità, dalla caduta di Roma all'assassinio di Pompeo e di Giulio Cesare.
Titolo e contributi: Dictator / Robert Harris ; traduzione di Nicoletta Lamberti
Pubblicazione: Milano : Mondadori, 2015
Descrizione fisica: 401 p. ; 23 cm
EAN: 9788804614951
Data:2015
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
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Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
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San Giorgio Bigarello - Sede Centro Culturale | A N STORICI HAR DIC | SG-13780 | Su scaffale | Prestabile |
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Questo è l’ultimo volume della trilogia dedicata a Marco Tullio Cicerone. E’ una biografia romanzata del famoso avvocato e politico romano, divisa appunto in tre libri, di cui il primo, Imperium, parla sostanzialmente della sua ascesa a Console, il secondo, Conspirata, della sua travagliata difesa del rango e della Repubblica con la famosa vicenda di Catilina e il terzo, Dictator, della sua ultima stagione, ormai consapevole della sua parabola discendente e della frantumazione della forma di governo repubblicana.
Appoggiato Pompeo contro Cesare riuscì a non avere conseguenze nefaste dalla sconfitta del primo, pur se la magnanimità del secondo comportò di fatto il ridimensionamento notevole della sua influenza. Ormai avviato verso una china in modo inarrestabile divorziò dalla moglie, gli morì l’adorata figlia a conseguenza di un parto e resosi conto che il tempo che gli restava era sempre più breve, dopo aver dato la libertà al suo fido segretario Tirone gli fece dono di un fabbricato rurale con annesso terreno agricolo, come era suo desiderio e dove poter ritirarsi alla scomparsa dell’ormai ex padrone. Cesare instaurò una feroce dittatura, ma come sempre capita quando il potere è in mano a un solo uomo e di questo abusa nascono delle fronde che si concretizzarono nell’omicidio del despota avvenuto, come noto, alle Idi (15) di marzo del 44 a.C..
L’eliminazione del dittatore, però, creò un vuoto di quel potere su cui molti volevano mettere le mani e così le guerre civili che sembravano terminate con la sconfitta e l’uccisione di Pompeo divamparono nuovamente.
Cicerone cercò di stare in disparte, dedicandosi a scrivere opere di carattere filosofico, però il suo nome, legato indissolubilmente al concetto di repubblica non poteva non coinvolgerlo negli avvenimenti, pur non avendovi parte attiva. Certo stimava Bruto, il capo della congiura contro Cesare, e per contro avversava Marco Antonio, uomo di fiducia del defunto Cesare. Una possibilità di alleanza, anche se tacita, fra i due era impossibile, tanto più che decise di appoggiare Ottaviano, erede di Cesare designato nel testamento e che adottò una politica filo senatoriale, con animo non dittatoriale. Negli scontri, agli inizi solo verbali, fra Antonio e appunto Ottaviano era sempre più difficile appoggiare l’uno o l’altro, e ancor di più dimostrarsi imparziale, considerato poi che Cicerone era sempre stato un sostenitore degli optimates, nella cui fazione si riconosceva Ottaviano. Tuttavia, nel desiderio di avere pieni poteri, non subordinati alla volontà del senato, Ottaviano finì con il proseguire in parte la politica cesariana e costituì con Marco Antonio ed Emilio Lepido un triumvirato che nei suoi scopi aveva una massiccia riforma della repubblica, che Cicerone fu costretto ad accettare, però senza rinunciare alle accuse ad Antonio portate avanti fra il 43 e il 44 a.C. con le Filippiche. Fu la sua fine, perché Antonio, in presenza anche di una modesta opposizione di Ottaviano, inserì il suo nome nelle liste di proscrizione. Consapevole della sua sorte, ormai sfiduciato e stanco di combattere, si ritirò nella sua villa di Formia e lì attese i sicari, che poco dopo eliminarono anche suo fratello Quinto e il figlio di questi. E Tirone? Sopravvisse, si ritirò a vivere nella sua piccola tenuta di campagna, arrivando a essere quasi centenario, un risultato straordinario per l’epoca.
Robert Harris, autore di opere di alterno valore, alcune modeste, altre ben più che eccellenti, è riuscito a scrivere una biografia, indubbiamente romanzata, ma molto prossima alla realtà, in cui riluce il valore di questo grande avvocato, politico e filosofo romano, strenuo difensore della Repubblica e della libertà che essa garantiva. Nonostante la lunghezza della trilogia (oltre 1.000 pagine) e la complessità della vicenda, con tutte le strategie politiche possibili, le alleanze, i tradimenti, il doppio gioco, il ritmo, non vorticoso, ma moderatamente veloce non viene mai meno, presupposto indispensabile per avvincere il lettore. Inoltre c’è un’analisi psicologica approfondita dei principali personaggi, che non sono fra l’altro pochi, al punto di illuderci di essere presenti, sebbene come semplici spettatori, delle sedute del Senato in cui Cicerone denuncia Catilina, o paventa i pericoli per la Repubblica. Di conseguenza, sia Imperium che Conspirata e Dictator sono libri la cui lettura è senz’altro consigliata.
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