Come il lupo
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Materiale linguistico moderno

Baldini, Eraldo <1952->

Come il lupo

Abstract: È l'inizio degli anni Cinquanta: gli anni delle manifestazioni operaie e di Scelba Presidente del Consiglio. L'Italia sta cambiando e Nazario, ex partigiano e oggi maresciallo del Corpo forestale, non è sicuro che sia in meglio. Nazario ha una passione per i lupi. Ha una moglie e una figlia epilettica, che i medici dichiarano incurabile. In una valle dell'Appennino vive una comunità appartata, molto prudente nei confronti di chi viene da fuori, che però accoglie la guardia forestale con gentilezza. La comunità si sostenta con il commercio di un vino formidabile, prodotto da vigne molto antiche. Ben presto Nazario scopre che dietro quelle vigne si nascondono riti e segreti spaventosi, che nessuno deve conoscere.


Titolo e contributi: Come il lupo / Eraldo Baldini

Pubblicazione: Einaudi, 2006

Descrizione fisica: 235 p. ; 21 cm

ISBN: 8806175335

EAN: 9788806175337

Data:2006

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)

Paese: Italia

Nomi: (Autore) (Editore)

Soggetti:

Classi: 853.92 Narrativa italiana. 2000- [22] Noir <genere fiction>

Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2006
  • Target: adulti, generale
Testi (105)
  • Genere: fiction

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In parte fiaba, in parte romanzo gotico, Come il lupo è uno di quei libri che spiazzano il lettore, ma che anche lo interessano, perché ci sono tutti gli elementi indispensabili allo scopo: una valle, la Valchiusa, isolata, se non proprio fuori dal mondo però ai suoi confini estremi, una bimba malata, ma che ha il dono della preveggenza, una donna che ricorda lo stregone del villaggio unico tenutario di una medicina antica, i lupi che popolano i boschi dell’Appennino, un maresciallo della forestale che cerca di vederci chiaro in un mistero che lo tocca direttamente, il periodo storico, gli anni ‘50, in cui l’Italia ancora non si è ripresa dalle ferite della guerra, ma che sembra incamminata verso un’epoca di benessere e di grandi stravolgimenti.

Il personaggio principale è Nazario, maresciallo della Forestale, ex partigiano a cui sembra che gli crolli addosso il mondo con quel governo Scelba dalla parte dei padroni, con la moglie uccisa in una manifestazione di piazza e che gli ha lasciato una bimba diversa dalle altre, che ha un male che spaventa, l’epilessia; nei boschi ritrova se stesso, in cerca di lupi e in particolare di una femmina, Veruska, un animale sfuggente che quando sembra di poterle arrivare vicino per fotografarla scompare nel fitto della vegetazione e che gli ricorda tanto una giovane partigiana dell’est silenziosa, ma piena di ardimento nei combattimenti, sparita improvvisamente dopo che lui aveva cercato un contatto meno da compagni di lotta. Veruska donna e Veruska lupa rappresentano l’innato desiderio di libertà, quella libertà per la quale entrambe combattono e sono disposte anche a morire. E forse anche Nazario è a suo modo un lupo, solo che ancora non lo sa, perché gli manca la fiducia in se stesso. La Valchiusa è abitata da diverse famiglie, che vivono producendo un vino di grande qualità, unico al mondo, ottenuto da acini di uva rosata, attraversati da venature color rosso sangue che sembrano capillari sanguigni. Il prodotto, che ha la freschezza del bianco e la corposità del rosso ed è venduto a caro prezzo ad autentici estimatori, ha un nome strano, San Guilatrone, ma non ha niente a che fare con un santo, perché deriva dal latino sanguis latronum, cioè sangue dei ladroni; c’è infatti una leggenda che corre in quella valle secondo la quale alcuni secoli prima quattro briganti vi erano arrivati per rubare e violare le donne, ma gli abitanti li avevano fatti prigionieri, adibendoli al lavoro della macina del mulino al posto degli asini che erano morti; dopo alcuni anni, i ladroni, stremati e persa ogni speranza di ottenere la libertà, avevano chiesto di essere uccisi ed erano stati accontentati. Una leggenda, o forse no, perché qualcosa di vero ci deve essere, se dopo un violento terremoto una crepa in prossimità dei vitigni riporta alla luce uno scheletro, di cui si accorge, grazie al suo cane al seguito, proprio il maresciallo. Mi fermo, non vado oltre, perché la vicenda narrata merita di essere letta, evidenziando solo che è particolarmente avvincente.

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