Io l'ho usato come libro di testo per un esame all'università e l'ho trovato ottimo. È scritto bene, è interessante e chiaro. Soprattutto è abbastanza recente, caratteristica importante in un settore in continuo sviluppo come quello editoriale.
Per me, il migliore della trilogia. I personaggi non sono macchiette o tipi, ma sono tridimensionali. L'intreccio è accattivante e ben costruito. Sicuramente l'ambientazione della Parigi allo scoppio della Seconda guerra mondiale è di grande impatto, forse di più rispetto alle ambientazioni precedenti
Questo libro non è per tutti, ma ciò non vuol dire che non sia un capolavoro. Certo, bisogna essere il lettore giusto - quello che predilige il surreale, l'assurdo, la forma ai contenuti, che la trama è un aspetto a volte secondario. Insomma, bisogna avere il gusto per lo strano.
Per me è stato un viaggio - sognante, tetro, allucinante, ridicolo - attraverso… difficile a dirsi. Invito a una decapitazione è un libro in cui c'è tutto. È il libro in cui chi cerca trova. I suoi contorni sfumati non sono né una svista né un'esagerazione, sono esattamente ciò che lo rende eterno. Parla a chi è pronto ad ascoltare, ma non smetterà mai di parlare, di sussurrarci i suoi dubbi, le sue paure, il suo tormento psicotico. Un libro su cui non si può esaurire la riflessione.
In realtà, ho poi comprato una copia del libro, perché preferivo averne una copia personale.
Bulgakov è un autore dalla fantasia fuori controllo, enormemente produttiva e frizzante. Non solo, questo racconto è geniale nella sua costruzione, ma in così poche pagine riesce a toccare un'enormità di tematiche e questioni da capogiro. Cuore di cane è sicuramente una critica e una polemica contro il tempo che Bulgakov si trovava a vivere, ma ci sono anche tematiche più universali, come quella della genitorialità, della nascita, del possesso, dell'identità. C'è tutto e di più, e probabilmente nemmeno io ho colto tutto.
In ogni caso qualcosa di eccezionale!
Per la verità, poi ho comprato questo libro, perciò poi l'ho letto sulla mia copia. Ciò non toglie che questo è un capolavoro assoluto. E' qualcosa di stratosferico: lo è già di per sé, ma se consideriamo che è stato scritto nel 1920-22 non possiamo che inginocchiarci al suo cospetto, perché questo è veramente un libro profetico.
Mia personale opinione è che Noi acquista degli strati di significato se prima si è letto Paradise Lost di John Milton. Ora, ciò è del tutto opzionale, però ci sono molti rimandi all'opera miltiana che sicuramente possono essere apprezzati conoscendo entrambe le opere.
Io non posso che consigliare vivamente la lettura e il proselitismo: questo libro deve essere molto più conosciuto e letto di quello che è.
Per chi, come me, non è abituato a leggere manga... beh, questo libro è qualcosa di diverso dal solito. Dunque, io amo le distopie, quindi quando mi è stato parlato per la prima volta di questo libro ero particolarmente euforica, ma in realtà la distopia qui è lo sfondo, è il contorno, l'abbellimento, anzi il pretesto. Scordiamoci Orwell, Huxley e compagnia cantante perché Battle Royale NON è un libro fatto per farci paura o per parlarci del nostro mondo. E' un libro d'azione e in questo senso fa il suo dovere: ha un ritmo incalzante, è una lettura veloce e piacevole, ha un bel modo di seguire i personaggi (cosa non da poco, visto che sono ben più di 40). Certo che tutto quello che è l'ambiente storico-politico del paese dove questo gioco assurdo avviene è lasciato molto a sé stesso o comunque è scarsamente approfondito.
In più, i personaggi sono decisamente più dei tipi che dei personaggi a tutto tondo. Dalla regia mi dicono che questo è normale nella letteratura a fumetto giapponese: per chi, come me, è un outsider, la cosa può creare almeno ilarità e al massimo disagio. Sono cose su cui si può soprassedere.
Dunque, lo consiglio? Sì, assolutamente. E' un libro piacevole, scorrevole, difficilmente vi pentirete di averlo letto. Solo una cosa: è molto grafico in alcuni suoi punti (leggendo l'abstract vi sarà chiaro perché) e, siccome di violenza in questo libro ce n'è molta, io non lo consiglio a chi è facilmente impressionabile o chi ha problemi con spargimenti di sangue etc. perché in questo libro sono cose all'ordine della pagina.
Ringrazio Giorgia per avermi consigliato questo libro.
Secondo me, questo libro è un rito di passaggio. Tanti, se non tutti, sono venuti in contatto con questo libro - o con il corrispettivo film - e si sono sentiti cambiati, diversi. Si sono sentiti cresciuti. La gente si ricorda di quando ha letto per la prima volta questo libro. E' un'esperienza che lascia traccia nella vita di chi la prova.
Infatti, è un libro che non si può prendere alla leggera. Io l'ho letto sapendo, più o meno, di cosa trattasse, ma con una certa euforia, perché mi stavo approcciando a un monolite nella storia dell'editoria. La lettura è stata un viaggio, direi paragonabile a quello dantesco, ma senza paradiso e con uno scorcio sul purgatorio. Lascia sconcertati da subito, quando ancora nulla è successo. Continua nella sua mirabolante spirale.
Ciò che viene raccontato in questo libro è una tragedia, paragonabile ai cataclismi naturali e ai momenti che hanno segnato la storia. Certamente è la storia di una ragazza, ma è solo una goccia in un mare di persone che negli anni '70 incontrarono l'eroina, come capita di incontrare uno tsunami o un terremoto. Si è solo travolti.
Purtroppo, io non sono il pubblico più adeguato. E' un testo molto tecnico, dunque bisogna approcciarvisi con questa idea in mente. In più, bisogna aver presente l'opera di cui tratta e anche delle conoscenze musicali non da poco. Decisamente un testo per addetto ai lavori.
"Le belle immagini" mi è piaciuto moltissimo. Sarò sincera: non credo di averlo compreso fino in fondo, però ciò che ho letto mi è piaciuto e ha in qualche modo risuonato in me. Ha avuto un impatto sulla mia persona e, anzi, tornavo volentieri a questo libro per continuarlo.
"Una morte dolcissima" mi è rimasto più impresso de "Le belle immagini". Per assurdo, ha dipinto nella mia testa immagini più nitide. Subito non mi è piaciuto o interessato così tanto: in primis, era un racconto autobiografico, mentre quello che avevo appena finito di leggere "Le belle immagini" era un racconto di fantasia, per giunta di un'autrice di cui non sapevo nulla (e tutt'oggi so pochissimo); in secundis, parla della morte della madre di De Beauvoir, che insomma non è la premessa più eccitante, specie quando è un fatto realmente accaduto. Tuttavia è anche questo un testo di grande valore, per il modo in cui tratta il rapporto tra madri e figlie, tra sorelle e anche il modo in cui tratta le tematiche della malattia e della sofferenza.
Sicuramente è un'accoppiata di testi che ha qualcosa da dire e che non può lasciare indifferenti.
Io non avevo mai letto nulla di Zerocalcare, anzi non avevo mai letto un fumetto. Dunque, considero questo un buon inizio? Direi di sì. Ovviamente questa è un'opera emotiva e come tale va presa. In fondo, si tratta di un libro che tocca temi, momenti e situazioni spinose e difficili. Anzi, difficilissimi. Dunque, potrebbe benissimo essere che una persona più esperta di me desideri bruciare questo libro in piazza, anche se non si propone come un'opera storiografica. E' a tutti gli effetti un diario di bordo che ci porta in luoghi di solito distanti dal lettore medio italiano ed è per questo che forse mi ha conquistata. E' una lettura velocissima, perciò non preoccupatevi per il tempo che potrebbe portarvi via.
Ultime recensioni inserite
Angel - Dorotea De Spirito
Angel è sicuramente il libro più brutto che io abbia mai letto.
I meccanismi dell'editoria - Roberto Cicala
Io l'ho usato come libro di testo per un esame all'università e l'ho trovato ottimo. È scritto bene, è interessante e chiaro. Soprattutto è abbastanza recente, caratteristica importante in un settore in continuo sviluppo come quello editoriale.
Lo specchio delle nostre miserie - Pierre Lemaitre
Per me, il migliore della trilogia. I personaggi non sono macchiette o tipi, ma sono tridimensionali. L'intreccio è accattivante e ben costruito. Sicuramente l'ambientazione della Parigi allo scoppio della Seconda guerra mondiale è di grande impatto, forse di più rispetto alle ambientazioni precedenti
Invito a una decapitazione - Vladimir Nabokov
Questo libro non è per tutti, ma ciò non vuol dire che non sia un capolavoro. Certo, bisogna essere il lettore giusto - quello che predilige il surreale, l'assurdo, la forma ai contenuti, che la trama è un aspetto a volte secondario. Insomma, bisogna avere il gusto per lo strano.
Per me è stato un viaggio - sognante, tetro, allucinante, ridicolo - attraverso… difficile a dirsi. Invito a una decapitazione è un libro in cui c'è tutto. È il libro in cui chi cerca trova. I suoi contorni sfumati non sono né una svista né un'esagerazione, sono esattamente ciò che lo rende eterno. Parla a chi è pronto ad ascoltare, ma non smetterà mai di parlare, di sussurrarci i suoi dubbi, le sue paure, il suo tormento psicotico. Un libro su cui non si può esaurire la riflessione.
Cuore di cane - Michail Bulgakov
In realtà, ho poi comprato una copia del libro, perché preferivo averne una copia personale.
Bulgakov è un autore dalla fantasia fuori controllo, enormemente produttiva e frizzante. Non solo, questo racconto è geniale nella sua costruzione, ma in così poche pagine riesce a toccare un'enormità di tematiche e questioni da capogiro. Cuore di cane è sicuramente una critica e una polemica contro il tempo che Bulgakov si trovava a vivere, ma ci sono anche tematiche più universali, come quella della genitorialità, della nascita, del possesso, dell'identità. C'è tutto e di più, e probabilmente nemmeno io ho colto tutto.
In ogni caso qualcosa di eccezionale!
Noi - Evgenij Zamjatin
Per la verità, poi ho comprato questo libro, perciò poi l'ho letto sulla mia copia. Ciò non toglie che questo è un capolavoro assoluto. E' qualcosa di stratosferico: lo è già di per sé, ma se consideriamo che è stato scritto nel 1920-22 non possiamo che inginocchiarci al suo cospetto, perché questo è veramente un libro profetico.
Mia personale opinione è che Noi acquista degli strati di significato se prima si è letto Paradise Lost di John Milton. Ora, ciò è del tutto opzionale, però ci sono molti rimandi all'opera miltiana che sicuramente possono essere apprezzati conoscendo entrambe le opere.
Io non posso che consigliare vivamente la lettura e il proselitismo: questo libro deve essere molto più conosciuto e letto di quello che è.
Battle royale - Koushun Takami
Per chi, come me, non è abituato a leggere manga... beh, questo libro è qualcosa di diverso dal solito. Dunque, io amo le distopie, quindi quando mi è stato parlato per la prima volta di questo libro ero particolarmente euforica, ma in realtà la distopia qui è lo sfondo, è il contorno, l'abbellimento, anzi il pretesto. Scordiamoci Orwell, Huxley e compagnia cantante perché Battle Royale NON è un libro fatto per farci paura o per parlarci del nostro mondo. E' un libro d'azione e in questo senso fa il suo dovere: ha un ritmo incalzante, è una lettura veloce e piacevole, ha un bel modo di seguire i personaggi (cosa non da poco, visto che sono ben più di 40). Certo che tutto quello che è l'ambiente storico-politico del paese dove questo gioco assurdo avviene è lasciato molto a sé stesso o comunque è scarsamente approfondito.
In più, i personaggi sono decisamente più dei tipi che dei personaggi a tutto tondo. Dalla regia mi dicono che questo è normale nella letteratura a fumetto giapponese: per chi, come me, è un outsider, la cosa può creare almeno ilarità e al massimo disagio. Sono cose su cui si può soprassedere.
Dunque, lo consiglio? Sì, assolutamente. E' un libro piacevole, scorrevole, difficilmente vi pentirete di averlo letto. Solo una cosa: è molto grafico in alcuni suoi punti (leggendo l'abstract vi sarà chiaro perché) e, siccome di violenza in questo libro ce n'è molta, io non lo consiglio a chi è facilmente impressionabile o chi ha problemi con spargimenti di sangue etc. perché in questo libro sono cose all'ordine della pagina.
Ringrazio Giorgia per avermi consigliato questo libro.
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino - Christiane F.
Secondo me, questo libro è un rito di passaggio. Tanti, se non tutti, sono venuti in contatto con questo libro - o con il corrispettivo film - e si sono sentiti cambiati, diversi. Si sono sentiti cresciuti. La gente si ricorda di quando ha letto per la prima volta questo libro. E' un'esperienza che lascia traccia nella vita di chi la prova.
Infatti, è un libro che non si può prendere alla leggera. Io l'ho letto sapendo, più o meno, di cosa trattasse, ma con una certa euforia, perché mi stavo approcciando a un monolite nella storia dell'editoria. La lettura è stata un viaggio, direi paragonabile a quello dantesco, ma senza paradiso e con uno scorcio sul purgatorio. Lascia sconcertati da subito, quando ancora nulla è successo. Continua nella sua mirabolante spirale.
Ciò che viene raccontato in questo libro è una tragedia, paragonabile ai cataclismi naturali e ai momenti che hanno segnato la storia. Certamente è la storia di una ragazza, ma è solo una goccia in un mare di persone che negli anni '70 incontrarono l'eroina, come capita di incontrare uno tsunami o un terremoto. Si è solo travolti.
Lettura delle "Nozze di Figaro" - Massim Mila
Purtroppo, io non sono il pubblico più adeguato. E' un testo molto tecnico, dunque bisogna approcciarvisi con questa idea in mente. In più, bisogna aver presente l'opera di cui tratta e anche delle conoscenze musicali non da poco. Decisamente un testo per addetto ai lavori.
Le belle immagini - Simone de Beauvoir
"Le belle immagini" mi è piaciuto moltissimo. Sarò sincera: non credo di averlo compreso fino in fondo, però ciò che ho letto mi è piaciuto e ha in qualche modo risuonato in me. Ha avuto un impatto sulla mia persona e, anzi, tornavo volentieri a questo libro per continuarlo.
"Una morte dolcissima" mi è rimasto più impresso de "Le belle immagini". Per assurdo, ha dipinto nella mia testa immagini più nitide. Subito non mi è piaciuto o interessato così tanto: in primis, era un racconto autobiografico, mentre quello che avevo appena finito di leggere "Le belle immagini" era un racconto di fantasia, per giunta di un'autrice di cui non sapevo nulla (e tutt'oggi so pochissimo); in secundis, parla della morte della madre di De Beauvoir, che insomma non è la premessa più eccitante, specie quando è un fatto realmente accaduto. Tuttavia è anche questo un testo di grande valore, per il modo in cui tratta il rapporto tra madri e figlie, tra sorelle e anche il modo in cui tratta le tematiche della malattia e della sofferenza.
Sicuramente è un'accoppiata di testi che ha qualcosa da dire e che non può lasciare indifferenti.
Kobane calling - Zerocalcare
Io non avevo mai letto nulla di Zerocalcare, anzi non avevo mai letto un fumetto. Dunque, considero questo un buon inizio? Direi di sì. Ovviamente questa è un'opera emotiva e come tale va presa. In fondo, si tratta di un libro che tocca temi, momenti e situazioni spinose e difficili. Anzi, difficilissimi. Dunque, potrebbe benissimo essere che una persona più esperta di me desideri bruciare questo libro in piazza, anche se non si propone come un'opera storiografica. E' a tutti gli effetti un diario di bordo che ci porta in luoghi di solito distanti dal lettore medio italiano ed è per questo che forse mi ha conquistata. E' una lettura velocissima, perciò non preoccupatevi per il tempo che potrebbe portarvi via.