L'autrice, in questo volumetto, si rivolge alle donne e agli uomini della sua generazione, i baby boomer, ossia quelli nati tra il 1946 e il 1964. Nota che la loro longevità non ha precedenti nella storia umana. Tuttavia, questo "dono" è spesso vissuto con vergogna, quasi con fastidio dalla maggior parte delle persone che invecchiano (soprattutto dalle donne). L'età del vigore e della fertilità sono un mero ricordo e sembra che gli anni che rimangono davanti non abbiano più nulla da offrire. Ecco, in un monologo in cui emergono racconti di vita personale e famigliare, Lidia Ravera intende demolire questo stigma culturale, invitando questa generazione ad accogliere il "terzo tempo" come una nuova sfida, a liberarsi dagli stereotipi della vita precedente, e ad aprirsi alle nuove generazioni in un dialogo che porterà ad un sicuro arricchimento reciproco.
P.S. anche se sono più giovane di un baby boomer, meglio iniziare da giovani a costruirsi una vecchiaia con la giusta prospettiva!
Mia prima lettura di questo autore. Di questa scrittura ho apprezzato la capacità descrittiva davvero straordinaria dell'autore: partendo da una piccola scena (a volte priva di qualsiasi movimento) con persone o animali, riesce a tratteggiare un quadro d'insieme, a narrare la storia di un luogo, di una persona sconosciuta o di un popolo. Dimenticatevi i luoghi (sovra)affollati della vecchia Europa e dell'Occidente. In questo viaggio lungo 70 racconti, sarete trasportati in luoghi remoti degli altri continenti, perlopiù immersi nella natura e lontani dai circuiti turistici classici. Quelli che mi hanno colpito di più sono state le storie legate a Rapa Nui e all'isola degli ammutinati del Bounty. Un libro tuttavia che ho impiegato parecchio tempo a leggere, forse appunto per la struttura stessa del libro: non c'è infatti nessun legame tra i racconti, sono "quadretti" singoli di questo instancabile viaggiatore che parla di sé soltanto in pochissimi passaggi. Questa lettura, dopotutto, è un invito a mettersi in viaggio e a scoprire la bellezza della vita e del mondo che ci circonda.
Incuriosita da una recente intervista all'autrice di questo libro in una puntata di 'Quante Storie' (programma di Rai3), ho intrapreso la lettura di questo saggio edito nel 2020, quindi prima dell'invasione russa in Ucraina. Si tratta di un'analisi precisa, dettagliata e ben documentata della storia della Russia (anzi Federazione Russa) negli ultimi 30 anni sotto diverse angolazioni: istituzioni, elezioni e partiti, economia e società, politica internazionale. Il punto di vista dell'autrice è lucido e obiettivo. Parla molto poco del Putin uomo; il focus dell'autrice è sul sistema da lui creato, il cosiddetto Putinismo, sotto cui la FR si è plasmata in questi ultimi decenni. Ecco, alla fine di questo libro l'impressione è che l'Occidente - fin nella sua narrazione di vincitore della guerra fredda - abbia perso un'occasione preziosa per fare della FR un partner con cui costruire un nuovo assetto mondiale. Ed, oggi, con l'invasione russa in Ucraina, non possiamo più ignorare la "questione russa".
"Le cose che non conosciamo, esistono da qualche parte. E noi dobbiamo cercarle, o crearle". Questa è la frase pronunciata da Giovanni Briccio alla figlia, ancora bambina, Plautilla Briccia e che sarà per lei fonte di ispirazione, una promessa che l'accompagnerà per tutta la vita, dalla sua formazione come pittrice fino all'avventura della progettazione architettonica in età matura. Nobile è il tentativo dell'autrice Mazzucco di strappare dall'anonimato la storia di questa donna, che ha vissuto una vita anomala (non si sposò mai) come artista in un secolo - il Seicento - in cui non esisteva ancora il diritto d'autore e in una città - Roma - che è all'epoca un pullulare di artisti, architetti, artigiani tutti presi dalle committenze e in concorrenza tra loro per creare le bellezze della Città Eterna che noi oggi possiamo ammirare, almeno in parte.
In parte perché l'unica opera progettata da Plautilla, la cosiddetta Villa Benedetta, non è arrivata fino a noi ma fu distrutta durante l'assalto dei francesi nel 1849.
A fronte della mia scarsa conoscenza della storia contemporanea italiana e in vista delle prossime elezioni, ho lasciato da parte le solite letture più leggere e ho dedicato le mie vacanze ferragostane 2022 alla lettura di questo unico libro (visto il tomo che è) per conoscere meglio le origini del fascismo in Italia anche se non sapevo bene cosa aspettarmi....
Alla fine posso dire che ci ho trovato più Storia che Romanzo. La mia impressione è che la finzione narrativa sia un artificio adottato per rendere più leggibili le pagine di Storia qui contenute. Il libro è una ricostruzione puntuale degli avvenimenti occorsi tra il 1919-1924 nei luoghi in cui il fascismo è nato e si è sviluppato (la Pianura Padana, Fiume, Bologna, Milano, Firenze, e poi Roma), in un caleidoscopio di personaggi (collaboratori, avversari politici, amici e amanti del Duce), un libro nel quale i capitoli sono inframmezzati da testi estratti di giornali, telegrammi, discorsi parlamentari, circolari ministeriali e via dicendo.
Questa lettura mi ha fatto capire meglio quanto accaduto in Italia 1 secolo fa. La nascita del fascismo è stata possibile certo per un insieme di fattori. Non si spiega soltanto con l'uso della forza e delle violenze squadriste, con l'abilità politica (quello che Scurati chiama il "bipensiero") e il carisma del suo leader. La giovane democrazia italiana (appena sessant'enne allora) era già un'istituzione fragile - allora come oggi - che la classe dirigente, presa da interessi di parte e da pusillanimità, non ha saputo difendere. Una voce solitaria come quella di Matteotti è stata ben presto silenziata. Nessun altro singolo o gruppo - a quanto pare - ha fronteggiato così apertamente gli abusi di potere e di violenza del fascismo al suo nascere.
Il mio auspicio quindi, per queste ma anche per tutte le elezioni italiane, è quello di trovare sempre nelle liste, candidati che amino in primis le nostre istituzioni democratiche e che le possano salvaguardare aldilà della proprio poltrona. Una classe politica di questo tipo nel nostro Paese sarà un antidoto sufficiente ad ogni rigurgito di fascismo.
Questa è la prima opera che leggo di Zafòn. E' stato un assaggio interessante della sua bibliografia. In ogni racconto mi sono sentita portare in una Barcellona immersa in queste atmosfere di vapore e nebbia, seppure in momenti storici differenti. Il mondo creato da Zafòn attinge dalla storia (alcuni personaggi sono i celeberrimi Gaudì e Cervantes) ma è a cavallo tra favola e realtà, affascina e talvolta inquieta. Una gradevole lettura estiva, in attesa di visitare - prima o poi - la città che negli scritti di Zafòn è avvolta sempre nella "bruma"...
Una storia del tutto inverosimile, a tratti esilarante, ma con diverse chiavi di lettura malgrado la brevità. Da un lato c'è il quadro tutto ironico e divertentissimo sugli acciacchi e le fisime delle donne di mezza età. Dall'altro, a mio avviso, c'è la volontà per l'autrice di meditare sulle dinamiche prevalenti nel mondo dell'editoria di oggi, sul trattamento riservato agli scrittori indipendenti in generale e, infine, sul legame che lega i lettori agli scrittori, trasformati in veri e propri "idoli di penna". Un legame di grande ammirazione e compenetrazione di idee e sentimenti, ma che però non riesce a "salvare" lo scrittore protagonista dalle sue entusiaste lettrici, improvvide compagne di viaggio. Forse un modo per l'autrice di salvarsi da lettori assillanti e voraci? Chissà... Le 30 pagine finali offrono infine un compendio di note sulla storia, la geografia e le tradizioni della Scozia che ne fanno una miniguida turistica per chiunque volesse visitare questa terra.
La storia di quattro generazioni di donne raccontata nell'intimità di una stanza da ricamo. Una storia tutta al femminile, in cui la Grande Storia non lascia tracce. Consiglio questo libro a chi ama le prose poetiche e delicate.
Grazie Edith per aver scritto la tua storia. Quanta sofferenza gratuita hai vissuto sulla tua pelle, quanto dolore, quante vicissitudini nella tua esistenza. Ma grazie perchè l'odio, un sentimento umano che avrebbe colto chiunque al tuo posto, non ti ha sopraffatto. Anzi, ha prevalso il desiderio di raccontare la tua vita, ciò che - a mio avviso - ti rende un esempio di libertà per tutti noi, giovani e adulti del 3° millennio che certe brutture le abbiamo solo studiate sui libri o viste su uno schermo.
Il libro è uno scorcio romanzato della famiglia Sklodowski a Varsavia, in Polonia, dove sono nate 2 donne tenaci e determinate, innamorate rispettivamente della fisica e della medicina, e con il vivo desiderio di cambiare in meglio il mondo. 2 sorelle che hanno sofferto privazioni e la perdita in gioventù della madre e di una sorella. Nondimeno non si sono date per vinte e si sono aiutate a realizzare il sogno di studiare in un Paese straniero (la Francia), perché nel proprio alla fine dell'Ottocento l'occupante russo vietava l'ingresso delle donne agli studi universitari. Sono state comunque 2 giovani normali con delle esperienze amorose negative, che però non le hanno distolte dal diventare Bronisława Dłuska, una delle prime ginecologhe al mondo, e Maria, ma certamente più nota come Marie Curie, 2 volte premio Nobel agli inizi del Novecento.
Un libro che mi è piaciuto molto e che consiglio a tutti, non solo ai giovani a cui la collana è dedicata. Abbiamo bisogno - oggi più che mai - di storie di sacrificio e dedizione di persone reali protese verso un ideale altruistico al di sopra e aldilà delle singole esistenze!
Con questo libro ho scoperto l'esistenza del Telefono del Vento nel giardino di Bell Gardia in Giappone, un luogo in cui anche i giapponesi - notoriamente restii a parlare della sfera più intima dei propri sentimenti - riescono ad aprirsi e a parlare con chi non c'è più. Un modo per elaborare il proprio lutto.
Questa storia è un invito alla riscoperta della vita e dell'amore anche dopo la tragedia.
Ho letto questo romanzo tutto d'un fiato sotto l'ombrellone. Anche se la storia della protagonista mi sembra piuttosto inverosimile, tuttavia ne ho apprezzato lo sfondo. Ho scoperto infatti la Cattedrale di Winchester con la sua tradizione dei cuscini ricamati e dell'arte campanaria. Certamente un'autrice che si documenta sempre molto approfonditamente prima di scrivere romanzi storici...
Una scrittura densa, delineata a brevi tratti, come le pennellate di un quadro impressionista.
Una lettura che ha la dimensione del racconto lungo, più che quella del romanzo.
Una storia che è principalmente un inno all'amicizia tra donne. La citazione riportata all'inizio del libro coglie il senso di quest'opera: "Stringiti alla comunità delle donne, perchè quando sarai vecchia saranno loro che ti salveranno: non i maschi" (L.Muraro).
Voce narrante e protagonista è Mafalda, una bambina affetta da una malattia degenerativa agli occhi, che ben presto la porterà a perdere completamente la vista. Sarà questa malattia a spingere Mafalda a cercare "l'essenziale", quello che conta veramente e che si cela anche in una vita al buio. Una storia tenera e delicata che si legge d'un fiato.
Un libello con una ricca e approfondita parte bibliografica (ca. 20 pagg.) in cui l'autore ripercorre l'eco della Shoah nella storia, dal decennio di silenzio dalla fine della 2^ guerra mondiale, alla svolta del processo ad Adolf Eichmann a Gerusalemme, alle prime coraggiose testimonianze di singoli sopravvissuti, fino alla creazione di una memoria collettiva soltanto in tempi recenti. Un cammino lungo, non privo di falsificazioni, che si è affermato anche grazie a forme espressive e artistiche come il cinema. Una scrittura magistrale, una lettura necessaria con una lezione importantissima: gli individui e le comunità possono (ma forse meglio devono) perdonare per la loro stessa libertà e sopravvivenza all'odio; la Storia invece no, la Storia deve analizzare, deve fare sintesi delle memorie dei singoli testimoni per restituire un quadro d'insieme oggettivo e chiaro, se ancora si vuole credere alla Storia come magistra vitae.
Ultime recensioni inserite
Age pride - Lidia Ravera
L'autrice, in questo volumetto, si rivolge alle donne e agli uomini della sua generazione, i baby boomer, ossia quelli nati tra il 1946 e il 1964. Nota che la loro longevità non ha precedenti nella storia umana. Tuttavia, questo "dono" è spesso vissuto con vergogna, quasi con fastidio dalla maggior parte delle persone che invecchiano (soprattutto dalle donne). L'età del vigore e della fertilità sono un mero ricordo e sembra che gli anni che rimangono davanti non abbiano più nulla da offrire. Ecco, in un monologo in cui emergono racconti di vita personale e famigliare, Lidia Ravera intende demolire questo stigma culturale, invitando questa generazione ad accogliere il "terzo tempo" come una nuova sfida, a liberarsi dagli stereotipi della vita precedente, e ad aprirsi alle nuove generazioni in un dialogo che porterà ad un sicuro arricchimento reciproco.
P.S. anche se sono più giovane di un baby boomer, meglio iniziare da giovani a costruirsi una vecchiaia con la giusta prospettiva!
Atlante di un uomo irrequieto - Christoph Ransmayr
Mia prima lettura di questo autore. Di questa scrittura ho apprezzato la capacità descrittiva davvero straordinaria dell'autore: partendo da una piccola scena (a volte priva di qualsiasi movimento) con persone o animali, riesce a tratteggiare un quadro d'insieme, a narrare la storia di un luogo, di una persona sconosciuta o di un popolo. Dimenticatevi i luoghi (sovra)affollati della vecchia Europa e dell'Occidente. In questo viaggio lungo 70 racconti, sarete trasportati in luoghi remoti degli altri continenti, perlopiù immersi nella natura e lontani dai circuiti turistici classici. Quelli che mi hanno colpito di più sono state le storie legate a Rapa Nui e all'isola degli ammutinati del Bounty. Un libro tuttavia che ho impiegato parecchio tempo a leggere, forse appunto per la struttura stessa del libro: non c'è infatti nessun legame tra i racconti, sono "quadretti" singoli di questo instancabile viaggiatore che parla di sé soltanto in pochissimi passaggi. Questa lettura, dopotutto, è un invito a mettersi in viaggio e a scoprire la bellezza della vita e del mondo che ci circonda.
La Russia di Putin - Mara Morini
Incuriosita da una recente intervista all'autrice di questo libro in una puntata di 'Quante Storie' (programma di Rai3), ho intrapreso la lettura di questo saggio edito nel 2020, quindi prima dell'invasione russa in Ucraina. Si tratta di un'analisi precisa, dettagliata e ben documentata della storia della Russia (anzi Federazione Russa) negli ultimi 30 anni sotto diverse angolazioni: istituzioni, elezioni e partiti, economia e società, politica internazionale. Il punto di vista dell'autrice è lucido e obiettivo. Parla molto poco del Putin uomo; il focus dell'autrice è sul sistema da lui creato, il cosiddetto Putinismo, sotto cui la FR si è plasmata in questi ultimi decenni. Ecco, alla fine di questo libro l'impressione è che l'Occidente - fin nella sua narrazione di vincitore della guerra fredda - abbia perso un'occasione preziosa per fare della FR un partner con cui costruire un nuovo assetto mondiale. Ed, oggi, con l'invasione russa in Ucraina, non possiamo più ignorare la "questione russa".
L'architettrice - Melania G. Mazzucco
"Le cose che non conosciamo, esistono da qualche parte. E noi dobbiamo cercarle, o crearle". Questa è la frase pronunciata da Giovanni Briccio alla figlia, ancora bambina, Plautilla Briccia e che sarà per lei fonte di ispirazione, una promessa che l'accompagnerà per tutta la vita, dalla sua formazione come pittrice fino all'avventura della progettazione architettonica in età matura. Nobile è il tentativo dell'autrice Mazzucco di strappare dall'anonimato la storia di questa donna, che ha vissuto una vita anomala (non si sposò mai) come artista in un secolo - il Seicento - in cui non esisteva ancora il diritto d'autore e in una città - Roma - che è all'epoca un pullulare di artisti, architetti, artigiani tutti presi dalle committenze e in concorrenza tra loro per creare le bellezze della Città Eterna che noi oggi possiamo ammirare, almeno in parte.
In parte perché l'unica opera progettata da Plautilla, la cosiddetta Villa Benedetta, non è arrivata fino a noi ma fu distrutta durante l'assalto dei francesi nel 1849.
R: M - Antonio Scurati
A fronte della mia scarsa conoscenza della storia contemporanea italiana e in vista delle prossime elezioni, ho lasciato da parte le solite letture più leggere e ho dedicato le mie vacanze ferragostane 2022 alla lettura di questo unico libro (visto il tomo che è) per conoscere meglio le origini del fascismo in Italia anche se non sapevo bene cosa aspettarmi....
Alla fine posso dire che ci ho trovato più Storia che Romanzo. La mia impressione è che la finzione narrativa sia un artificio adottato per rendere più leggibili le pagine di Storia qui contenute. Il libro è una ricostruzione puntuale degli avvenimenti occorsi tra il 1919-1924 nei luoghi in cui il fascismo è nato e si è sviluppato (la Pianura Padana, Fiume, Bologna, Milano, Firenze, e poi Roma), in un caleidoscopio di personaggi (collaboratori, avversari politici, amici e amanti del Duce), un libro nel quale i capitoli sono inframmezzati da testi estratti di giornali, telegrammi, discorsi parlamentari, circolari ministeriali e via dicendo.
Questa lettura mi ha fatto capire meglio quanto accaduto in Italia 1 secolo fa. La nascita del fascismo è stata possibile certo per un insieme di fattori. Non si spiega soltanto con l'uso della forza e delle violenze squadriste, con l'abilità politica (quello che Scurati chiama il "bipensiero") e il carisma del suo leader. La giovane democrazia italiana (appena sessant'enne allora) era già un'istituzione fragile - allora come oggi - che la classe dirigente, presa da interessi di parte e da pusillanimità, non ha saputo difendere. Una voce solitaria come quella di Matteotti è stata ben presto silenziata. Nessun altro singolo o gruppo - a quanto pare - ha fronteggiato così apertamente gli abusi di potere e di violenza del fascismo al suo nascere.
Il mio auspicio quindi, per queste ma anche per tutte le elezioni italiane, è quello di trovare sempre nelle liste, candidati che amino in primis le nostre istituzioni democratiche e che le possano salvaguardare aldilà della proprio poltrona. Una classe politica di questo tipo nel nostro Paese sarà un antidoto sufficiente ad ogni rigurgito di fascismo.
La città di vapore - Carlos Ruiz Zafón
Questa è la prima opera che leggo di Zafòn. E' stato un assaggio interessante della sua bibliografia. In ogni racconto mi sono sentita portare in una Barcellona immersa in queste atmosfere di vapore e nebbia, seppure in momenti storici differenti. Il mondo creato da Zafòn attinge dalla storia (alcuni personaggi sono i celeberrimi Gaudì e Cervantes) ma è a cavallo tra favola e realtà, affascina e talvolta inquieta. Una gradevole lettura estiva, in attesa di visitare - prima o poi - la città che negli scritti di Zafòn è avvolta sempre nella "bruma"...
Il club delle lettrici - Renate Dorrestein
Una storia del tutto inverosimile, a tratti esilarante, ma con diverse chiavi di lettura malgrado la brevità. Da un lato c'è il quadro tutto ironico e divertentissimo sugli acciacchi e le fisime delle donne di mezza età. Dall'altro, a mio avviso, c'è la volontà per l'autrice di meditare sulle dinamiche prevalenti nel mondo dell'editoria di oggi, sul trattamento riservato agli scrittori indipendenti in generale e, infine, sul legame che lega i lettori agli scrittori, trasformati in veri e propri "idoli di penna". Un legame di grande ammirazione e compenetrazione di idee e sentimenti, ma che però non riesce a "salvare" lo scrittore protagonista dalle sue entusiaste lettrici, improvvide compagne di viaggio. Forse un modo per l'autrice di salvarsi da lettori assillanti e voraci? Chissà... Le 30 pagine finali offrono infine un compendio di note sulla storia, la geografia e le tradizioni della Scozia che ne fanno una miniguida turistica per chiunque volesse visitare questa terra.
L'ultima ricamatrice - Elena Pigozzi
La storia di quattro generazioni di donne raccontata nell'intimità di una stanza da ricamo. Una storia tutta al femminile, in cui la Grande Storia non lascia tracce. Consiglio questo libro a chi ama le prose poetiche e delicate.
Il pane perduto - Edith Bruck
Grazie Edith per aver scritto la tua storia. Quanta sofferenza gratuita hai vissuto sulla tua pelle, quanto dolore, quante vicissitudini nella tua esistenza. Ma grazie perchè l'odio, un sentimento umano che avrebbe colto chiunque al tuo posto, non ti ha sopraffatto. Anzi, ha prevalso il desiderio di raccontare la tua vita, ciò che - a mio avviso - ti rende un esempio di libertà per tutti noi, giovani e adulti del 3° millennio che certe brutture le abbiamo solo studiate sui libri o viste su uno schermo.
Marie e Bronia - Natacha Henry
Il libro è uno scorcio romanzato della famiglia Sklodowski a Varsavia, in Polonia, dove sono nate 2 donne tenaci e determinate, innamorate rispettivamente della fisica e della medicina, e con il vivo desiderio di cambiare in meglio il mondo. 2 sorelle che hanno sofferto privazioni e la perdita in gioventù della madre e di una sorella. Nondimeno non si sono date per vinte e si sono aiutate a realizzare il sogno di studiare in un Paese straniero (la Francia), perché nel proprio alla fine dell'Ottocento l'occupante russo vietava l'ingresso delle donne agli studi universitari. Sono state comunque 2 giovani normali con delle esperienze amorose negative, che però non le hanno distolte dal diventare Bronisława Dłuska, una delle prime ginecologhe al mondo, e Maria, ma certamente più nota come Marie Curie, 2 volte premio Nobel agli inizi del Novecento.
Un libro che mi è piaciuto molto e che consiglio a tutti, non solo ai giovani a cui la collana è dedicata. Abbiamo bisogno - oggi più che mai - di storie di sacrificio e dedizione di persone reali protese verso un ideale altruistico al di sopra e aldilà delle singole esistenze!
Quel che affidiamo al vento - Laura Imai Messina
Con questo libro ho scoperto l'esistenza del Telefono del Vento nel giardino di Bell Gardia in Giappone, un luogo in cui anche i giapponesi - notoriamente restii a parlare della sfera più intima dei propri sentimenti - riescono ad aprirsi e a parlare con chi non c'è più. Un modo per elaborare il proprio lutto.
Questa storia è un invito alla riscoperta della vita e dell'amore anche dopo la tragedia.
La ricamatrice di Winchester - Tracy Chevalier
Ho letto questo romanzo tutto d'un fiato sotto l'ombrellone. Anche se la storia della protagonista mi sembra piuttosto inverosimile, tuttavia ne ho apprezzato lo sfondo. Ho scoperto infatti la Cattedrale di Winchester con la sua tradizione dei cuscini ricamati e dell'arte campanaria. Certamente un'autrice che si documenta sempre molto approfonditamente prima di scrivere romanzi storici...
Quel tipo di donna - Valeria Parrella
Una scrittura densa, delineata a brevi tratti, come le pennellate di un quadro impressionista.
Una lettura che ha la dimensione del racconto lungo, più che quella del romanzo.
Una storia che è principalmente un inno all'amicizia tra donne. La citazione riportata all'inizio del libro coglie il senso di quest'opera: "Stringiti alla comunità delle donne, perchè quando sarai vecchia saranno loro che ti salveranno: non i maschi" (L.Muraro).
La distanza tra me e il ciliegio - Paola Peretti
Voce narrante e protagonista è Mafalda, una bambina affetta da una malattia degenerativa agli occhi, che ben presto la porterà a perdere completamente la vista. Sarà questa malattia a spingere Mafalda a cercare "l'essenziale", quello che conta veramente e che si cela anche in una vita al buio. Una storia tenera e delicata che si legge d'un fiato.
Storia senza perdono - Walter Barberis
Un libello con una ricca e approfondita parte bibliografica (ca. 20 pagg.) in cui l'autore ripercorre l'eco della Shoah nella storia, dal decennio di silenzio dalla fine della 2^ guerra mondiale, alla svolta del processo ad Adolf Eichmann a Gerusalemme, alle prime coraggiose testimonianze di singoli sopravvissuti, fino alla creazione di una memoria collettiva soltanto in tempi recenti. Un cammino lungo, non privo di falsificazioni, che si è affermato anche grazie a forme espressive e artistiche come il cinema. Una scrittura magistrale, una lettura necessaria con una lezione importantissima: gli individui e le comunità possono (ma forse meglio devono) perdonare per la loro stessa libertà e sopravvivenza all'odio; la Storia invece no, la Storia deve analizzare, deve fare sintesi delle memorie dei singoli testimoni per restituire un quadro d'insieme oggettivo e chiaro, se ancora si vuole credere alla Storia come magistra vitae.